mercoledì 31 dicembre 2014

Mercoledì 31

Dal cuore vengono malvagi ragionamenti, assassinii, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, bestemmie (Matt. 15:19)



Se un fratello avesse un cuore così insensibile da commettere adulterio o fornicazione senza pentirsi potrebbe perdere il favore di Dio in modo permanente. Ma anche chi non ha commesso un peccato simile potrebbe lasciare che nel suo cuore cresca un desiderio errato (Matt. 5:27, 28). In questi casi è utile fare un autoesame. Se scrutassimo il nostro cuore, vi troveremmo dei sentimenti non appropriati verso una persona dell'altro sesso? Vi scorgeremmo desideri reconditi che Dio non approva e che quindi vanno estirpati? O forse un fratello non arriverebbe a commettere "assassinii", ma potrebbe permettere al rancore di avvelenargli il cuore al punto da odiare un compagno di fede (Lev. 19:17). Riuscirà a eliminare tali sentimenti che potrebbero rendere insensibile il suo cuore? (Matt. 5:21, 22). w13 15/3 2:13, 14

martedì 30 dicembre 2014

Martedì 30

Amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio (Giov. 12:43)



Com'è possibile che la gloria che si riceve dagli uomini eclissi quella divina? Possiamo comprenderlo paragonando la gloria alla luce. Il maestoso universo è incredibilmente glorioso. Quand'è stata l'ultima volta che avete rivolto lo sguardo verso il cielo stellato in una notte serena e ne siete rimasti affascinati? "La gloria delle stelle" è impressionante (1 Cor. 15:40, 41). Ma se si prova a guardare il cielo da una città ben illuminata, sarà molto più difficile vedere la luce delle stelle. Significa questo che le luci della città sono più belle o più intense della luce delle stelle? No. Sono solo più vicine a noi e interferiscono su ciò che riusciamo a vedere della creazione di Geova. In maniera analoga, la gloria umana può far apparire meno preziosa la gloria che viene da Geova. w13 15/2 4:6, 8, 9

Lunedì 29

Non che noi siamo i signori sulla vostra fede, poiché voi state in piedi mediante la vostra fede (2 Cor. 1:24)



Con queste parole Paolo stava sottolineando che i fratelli di Corinto rimanevano saldi non grazie a lui o a qualche altro essere umano, ma grazie alla loro fede in Dio. Perciò Paolo non riteneva di dover controllare la fede dei suoi fratelli, né desiderava farlo. Era convinto che fossero cristiani fedeli che volevano fare ciò che è giusto (2 Cor. 2:3). Oggi gli anziani imitano il suo esempio riponendo fiducia nella fede dei fratelli e nelle ragioni che li spingono a servire Dio (2 Tess. 3:4). Invece di imporre alla congregazione rigide regole, seguono i princìpi scritturali e le istruzioni dell'organizzazione di Geova. In fin dei conti, gli odierni anziani non sono i signori sulla fede dei loro fratelli (1 Piet. 5:2, 3). w13 15/1 5:3

domenica 28 dicembre 2014

Domenica 28

Glorificherò il tuo nome a tempo indefinito (Sal. 86:12)



In generale le chiese della cristianità hanno preso le distanze dal nome di Dio. Ad esempio, nella prefazione della Revised Standard Version si legge: "L'uso di un qualsiasi nome proprio per il solo e unico Dio [...] è decisamente inadeguato alla fede universale della chiesa cristiana". I testimoni di Geova, invece, sono fieri di portare il nome divino e di glorificarlo (Isa. 43:10). Inoltre per noi è un onore comprendere il significato di questo nome e della contesa universale relativa alla sua santificazione (Matt. 6:9). Conoscere il nome di Dio implica molto di più che sapere semplicemente che esso è Geova. Significa anche conoscere la reputazione di Colui che lo porta, le sue qualità, il suo proposito e le sue attività così come sono rivelati nella Bibbia, nonché il modo in cui tratta chi lo serve. Ovviamente Geova concede questo intendimento in modo progressivo, man mano che il suo proposito si adempie (Prov. 4:18). w13 15/3 5:1-3

sabato 27 dicembre 2014

Sabato 27

Abraamo fu chiamato "amico di Geova" (Giac. 2:23)



Dio promise che attraverso Abraamo e i suoi discendenti tutte le famiglie della terra, non solo una nazione, sarebbero state benedette (Gen. 22:15-18). Anche se questa promessa di Dio si sarebbe adempiuta in un futuro lontano, Abraamo era convinto che si sarebbe realizzata. Per più di metà della sua vita vagò da un luogo all'altro con la sua famiglia, e il suo rapporto di amicizia con Geova non si interruppe mai. Sebbene Abraamo non sapesse quanto avrebbe dovuto aspettare prima di vedere realizzata la sua speranza, il suo amore e la sua devozione nei confronti di Dio non vacillarono mai. Abraamo si mantenne concentrato e non cercò di stabilirsi come residente permanente in qualche nazione (Ebr. 11:14, 15). Seguire il suo esempio vivendo una vita semplice, non preoccupandosi troppo dei possedimenti materiali e non inseguendo la carriera o il prestigio sociale è davvero saggio! Come Abraamo, anche noi attendiamo qualcosa di molto migliore. w12 15/12 4:7-9

venerdì 26 dicembre 2014

Venerdì 26

Betsabea mandò a riferirlo a Davide, dicendo: "Sono incinta" (2 Sam. 11:5)



Anziché far condannare Davide e Betsabea a morte per adulterio da giudici umani secondo le disposizioni della Legge mosaica, Geova, in maniera misericordiosa, si occupò personalmente del loro giudizio (Lev. 20:10). È possibile che sulla sua decisione di perdonare Davide abbia influito la misericordia che Davide stesso aveva mostrato a Saul (1 Sam. 24:4-7; 2 Sam. 12:13). Come spiegò Gesù, Geova ci tratta nel modo in cui noi trattiamo gli altri. "Smettete di giudicare affinché non siate giudicati", disse Gesù; "poiché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi" (Matt. 7:1, 2). È un enorme sollievo sapere che Geova è disposto a perdonare i nostri peccati, anche gravi come l'adulterio e l'omicidio. Ma ci perdonerà solo se siamo pronti a perdonare, se gli confessiamo i nostri peccati e se mostriamo di aver cambiato atteggiamento. Quando un peccatore si pente sinceramente, da Geova vengono "stagioni di ristoro" (Atti 3:19). w12 15/11 4:9, 10

giovedì 25 dicembre 2014

Giovedì 25

Che farò, Signore? (Atti 22:10)



Con questa domanda sincera Paolo, allora conosciuto come Saulo, rispose al glorificato Signore Gesù che gli era apparso in visione per farlo smettere di perseguitare i suoi discepoli. In seguito a questo episodio egli si pentì umilmente della sua precedente condotta, si battezzò e accettò lo speciale incarico di rendere testimonianza riguardo a Gesù alle nazioni. Paolo diffuse zelantemente il messaggio del Regno in tutta l'Asia Minore, spingendosi fino in Europa, e fondò molte congregazioni che poi tornò a visitare. Continuò a riferirsi a Gesù come al suo "Signore", e il modo in cui visse la restante parte della sua vita terrena dimostrò che lo considerava davvero tale (Atti 22:6-16; 2 Cor. 4:5; 2 Tim. 4:8). L'apostolo Paolo fu diverso da quelli di cui Gesù aveva detto: "Perché dunque mi chiamate 'Signore! Signore!' ma non fate le cose che dico?" (Luca 6:46). Gesù si aspetta che tutti coloro che lo accettano come loro Signore tengano fede all'impegno preso come fece Paolo. w12 15/10 4:5, 6