domenica 30 novembre 2014

Domenica 30

Continua a tenere il modello di sane parole (2 Tim. 1:13)



Le "sane parole" si trovano nella Parola di Dio (1 Tim. 6:3). Tale "modello" ci dà un'idea generale di ciò che Geova richiede da noi, un po' come lo schizzo di un artista ritrae il soggetto con tratti essenziali. Con la conoscenza acquistiamo anche fede. Ma dopo averle acquistate dovremmo continuare a farle crescere (2 Tess. 1:3). La crescita implica una serie di cambiamenti progressivi. "Crescere" significa diventare più grande, aumentare. Quindi, perché non si inaridisca, dopo il battesimo la nostra spiritualità dovrebbe continuare a svilupparsi. Quando iniziamo a studiare la Bibbia possiamo crescere rapidamente fino al battesimo. Negli anni successivi, invece, il nostro progresso spirituale può non essere così evidente. Ciò non toglie che dobbiamo continuare a crescere in fede e conoscenza fino "all'uomo fatto, alla misura della statura che appartiene alla pienezza del Cristo" (Efes. 4:13). w13 15/3 3:7-9

sabato 29 novembre 2014

Sabato 29

La città di Gerusalemme sarà realmente catturata (Zacc. 14:2)



"La città" simbolicamente si riferisce al Regno messianico di Dio. Sulla terra è rappresentata dal rimanente dei cristiani unti (Filip. 3:20). Anche se durante la prima guerra mondiale potenti nemici perseguitarono e calunniarono il popolo di Dio, questi non furono in grado di togliere di mezzo la vera adorazione. I cristiani unti infatti rimasero fedeli. Gli unti - "quelli che rimarranno del popolo", per usare le parole di Zaccaria - rifiutarono di essere "stroncati dalla città". Altri attacchi furono sferrati contro il rimanente degli unti e i loro leali compagni con la speranza terrena (Riv. 12:17). Basti pensare a quanto avvenne durante la seconda guerra mondiale. L'integrità manifestata dai fedeli Testimoni unti incoraggia i servitori di Dio odierni a perseverare nonostante le difficoltà che potrebbero incontrare, come opposizione da parte di familiari increduli, colleghi o compagni di scuola che li scherniscono per la loro fede (1 Piet. 1:6, 7). w13 15/2 3:4-7

venerdì 28 novembre 2014

Venerdì 28

Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale (Matt. 5:3)



Il programma delle assemblee prevede da molto tempo momenti che sono sempre attesi con ansia. Il "cibo [spirituale] a suo tempo", che ci fornisce un più accurato intendimento delle profezie e degli insegnamenti della Bibbia, ci viene provveduto non solo tramite i discorsi ma anche sotto forma di nuove pubblicazioni presentate durante l'assemblea (Matt. 24:45). Molte di queste pubblicazioni hanno lo scopo di aiutare le persone sincere ad apprezzare le verità scritturali. Toccanti drammi biblici incoraggiano giovani e meno giovani a esaminare i propri motivi e a resistere alle pressioni esercitate da questo mondo empio. Similmente, il discorso del battesimo offre a tutti l'opportunità di riesaminare le proprie priorità nella vita e di provare la gioia di vedere altri che simboleggiano la loro dedicazione a Geova. Le assemblee sono parte della pura adorazione da migliaia di anni e aiutano il gioioso popolo di Geova a servirlo in modo degno in tempi difficili. w12 15/9 5:14, 18, 18, 19

giovedì 27 novembre 2014

Giovedì 27

State fermi contro le macchinazioni del Diavolo (Efes. 6:11)



Satana il Diavolo odia gli esseri umani, specialmente quelli che servono Geova. Infatti sta facendo guerra all'unto rimanente (Riv. 12:17). Questi coraggiosi cristiani guidano la moderna opera di predicazione del Regno e lo smascherano quale governante di questo mondo. Il Diavolo odia anche le "altre pecore" che sostengono gli unti e hanno la speranza della vita eterna, una prospettiva che lui non ha più (Giov. 10:16). Non sorprende che sia adirato! Che la nostra speranza sia celeste o terrena, Satana di sicuro non ha a cuore il nostro benessere. Il suo obiettivo è quello di farci diventare sue vittime (1 Piet. 5:8). Per raggiungere i suoi scopi Satana si serve di diverse trappole, o lacci. Dato che "ha accecato le menti" degli increduli, questi ultimi non accettano la buona notizia e non sono in grado di vedere le sue trappole. Ma il Diavolo riesce a catturare anche alcuni che hanno accolto il messaggio del Regno (2 Cor. 4:3, 4). w12 15/8 4:1, 2

mercoledì 26 novembre 2014

Mercoledì 26

Osservate l'unità dello spirito nell'unificante vincolo della pace (Efes. 4:3)



Raggiungiamo questa unità quando applichiamo ciò che Geova ci insegna e ci facciamo modellare dal suo spirito santo. Per quanto Geova, sulla base del sacrificio di riscatto di Cristo, abbia dichiarato giusti sia i suoi unti in qualità di figli, sia i componenti delle altre pecore in qualità di amici, finché saremo in questo sistema di cose fra noi nasceranno contrasti (Rom. 5:9; Giac. 2:23). Se così non fosse, non avremmo bisogno dell'esortazione ispirata a continuare a 'sopportarci gli uni gli altri nell'amore'. Come possiamo raggiungere l'unità con i compagni di fede? Dobbiamo coltivare "ogni modestia di mente e mitezza" (Efes. 4:1, 2). Per seguire questo consiglio dobbiamo lasciare che lo spirito di Dio operi su di noi e produca il suo frutto. Tale frutto sana i contrasti personali, a differenza delle opere della carne, che invece tendono sempre a dividere. w12 15/7 4:6, 7

martedì 25 novembre 2014

Martedì 25

Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova (2 Piet. 2:9)



Se siamo alla ricerca di un impiego e viviamo in un paese in cui il lavoro scarseggia, potremmo essere tentati di accettare al volo la prima offerta che ci capita, qualunque essa sia. Supponiamo, però, che si tratti di un lavoro che è in contrasto con i princìpi biblici oppure che, per via di orari, spostamenti o eventuali trasferte, rischia di ostacolare le nostre attività cristiane o di tenerci lontani dalla famiglia. Dovremmo accettarlo comunque, pensando che un lavoro, anche se non ideale, è sempre meglio di niente? Non dimentichiamo che scegliere la strada sbagliata potrebbe allontanarci da Geova (Ebr. 2:1). Dobbiamo ricordare qual è la nostra meta. Chiediamoci: "Dove voglio arrivare con il mio lavoro?" Se per noi il lavoro è un mezzo per mantenere noi stessi e la nostra famiglia così da poter servire Geova, egli benedirà i nostri sforzi (Matt. 6:33). Anche se da un giorno all'altro dovessimo perdere il posto o subire un rovescio economico, Geova saprebbe come aiutarci (Isa. 59:1). w13 15/1 2:5, 6

lunedì 24 novembre 2014

Lunedì 24

Se voi perdonate agli uomini i loro falli, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi (Matt. 6:14)



Se vogliamo mantenere rapporti pacifici con i familiari, con gli amici, con le persone in generale e con Geova, dobbiamo essere disposti a perdonare chi ci offende, che sia un membro della congregazione cristiana o no. Le Scritture indicano che essere pronti a perdonare gli altri, a prescindere da quante volte ci offendono, è un obbligo cristiano. Gesù narrò una parabola su uno schiavo al quale era stato condonato un grosso debito dal suo signore. Quando questo schiavo non si mostrò altrettanto misericordioso con un suo compagno che gli doveva una piccola somma, il padrone lo fece gettare in prigione (Matt. 18:21-34). Gesù trasse questa conclusione: "In maniera simile anche il mio Padre celeste agirà con voi, se non perdonate di cuore ciascuno al proprio fratello" (Matt. 18:35). Perciò chiunque desidera l'amicizia di Geova è tenuto a perdonare gli errori commessi dagli altri. w12 15/11 5:3-5

domenica 23 novembre 2014

Domenica 23

Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime (Ebr. 13:17)



L'atteggiamento di un cristiano può essere messo alla prova quando questi viene corretto o viene sollevato da qualche incarico di congregazione. Un giovane fratello fu benignamente consigliato dagli anziani perché giocava con videogiochi violenti. Purtroppo non prese bene il consiglio e, non soddisfacendo più i requisiti scritturali, dovette essere cancellato come servitore di ministero (Sal. 11:5; 1 Tim. 3:8-10). Il fratello sbandierò ai quattro venti il suo disappunto, inviando alla filiale diverse lettere in cui criticava gli anziani e addirittura spingendo altri nella congregazione a fare altrettanto. Tuttavia mettere in pericolo la pace dell'intera congregazione nel tentativo di giustificare il proprio operato è controproducente. È meglio considerare la correzione come un'opportunità per aprire gli occhi di fronte a qualche debolezza di cui non si era consapevoli e accettare umilmente la disciplina (Lam. 3:28, 29). w12 15/10 2:8, 9

sabato 22 novembre 2014

Sabato 22

Non sapete né il giorno né l'ora (Matt. 25:13)



Non sapere quando arriverà la fine ci permette di dimostrare cos'abbiamo davvero nel cuore. Non rivelandoci questo particolare Geova ci tratta con rispetto, perché in questo modo ci dà la possibilità di esercitare il nostro libero arbitrio decidendo di essergli leali. Anche se vogliamo sopravvivere alla fine di questo sistema, serviamo Geova perché lo amiamo, non semplicemente per avere la vita eterna (Sal. 37:4). Fare la sua volontà ci dà gioia, e siamo coscienti del fatto che egli ci insegna per il nostro bene (Isa. 48:17). Un altro beneficio del non sapere il giorno e l'ora è che questo ci dà la possibilità di rallegrare il cuore di Geova. Quando lo serviamo spinti dall'amore, e non semplicemente in vista di una data o per una ricompensa, aiutiamo Geova a rispondere alle accuse infondate del suo avversario, Satana (Giob. 2:4, 5; Prov. 27:11). Pensando a tutte le sofferenze causate dal Diavolo, rigettiamo il suo malvagio dominio e siamo lieti di difendere la sovranità di Geova. w12 15/9 4:5, 6

venerdì 21 novembre 2014

Venerdì 21

La legge di Geova è perfetta, rende saggio l'inesperto (Sal. 19:7)



Se non avessimo le Sacre Scritture impareremmo perlopiù dalla nostra esperienza. Ma in questo modo, potremmo mai provare gli stessi sentimenti che provava il salmista nei confronti della "legge di Geova"? La triste realtà, però, è che alcuni hanno lasciato che l'amore che avevano per la verità della Bibbia si raffreddasse (Riv. 2:4). Non camminano più nella "via" che piace a Geova (Isa. 30:21). Ma non è detto che questo debba succedere anche a noi. Possiamo e dobbiamo evitare di perdere l'apprezzamento per la Bibbia e per i suoi insegnamenti. La Bibbia è un grande regalo che ci è stato fatto dal nostro amorevole Creatore (Giac. 1:17). Cosa ci aiuterà a rafforzare il nostro apprezzamento per "la parola di Dio"? Un fattore importante è riflettere sul modo in cui gli scrittori della Bibbia furono guidati a metterla per iscritto. Esaminare alcune delle tante prove della sua ispirazione ci stimolerà a leggerla ogni giorno e metterne in pratica i consigli (Ebr. 4:12). w12 15/6 4:1, 2

giovedì 20 novembre 2014

Giovedì 20

Noi riflettiamo come specchi la gloria di Geova (2 Cor. 3:18)



Sotto qualche aspetto tutti noi assomigliamo ai nostri genitori. Avrete sentito qualcuno dire a un bambino "sei tutto tuo padre", o a una bambina "mi ricordi tua madre". D'altro canto i bambini spesso imitano i genitori. E noi? Possiamo imitare il nostro Padre celeste, Geova? Anche se non lo vediamo, possiamo comprendere le sue preziose qualità osservando le sue opere creative, studiando la sua Parola e meditando su di essa, in particolare su ciò che disse e fece il Figlio di Dio, Gesù Cristo (Giov. 1:18; Rom. 1:20). Nel praticare la santa devozione dovremmo manifestare le qualità di Colui che ci ha creato. Sia gli unti che i loro compagni con la speranza terrena riflettono la gloria di Geova nella loro vita e nel ministero (2 Cor. 4:1). Riflettete la gloria di Geova con il vostro comportamento e partecipando regolarmente alla predicazione del Regno? w12 15/5 4:1-3

mercoledì 19 novembre 2014

Mercoledì 19

Hai afferrato la mia mano destra. Col tuo consiglio mi guiderai (Sal. 73:23, 24)



Oggi i cristiani hanno ottimi motivi per imitare il fedele esempio di Anna essendo costanti nell'adorare Geova (1 Sam. 1:4-8). Dobbiamo frequentare regolarmente le adunanze. Come tutti noi ben sappiamo, le adunanze ci danno l'incoraggiamento di cui abbiamo assoluto bisogno (Ebr. 10:24, 25). Il calore della fratellanza cristiana ci conforta. Una semplice osservazione fatta durante un discorso o in un commento può toccarci. Prima o dopo l'adunanza, un compagno di fede può offrirci un orecchio attento e parole di conforto (Prov. 15:23; 17:17). Unire le nostre voci nell'intonare un cantico a Geova ci rinfranca. È soprattutto quando i nostri "inquietanti pensieri" ci affliggono che abbiamo bisogno dell'incoraggiamento che troviamo alle adunanze, dove Geova ci 'vezzeggia' con le sue "consolazioni" e sostiene la nostra determinazione a rimanergli fedeli (Sal. 94:18, 19). Siamo infinitamente grati che Geova ci custodisca per la salvezza! w12 15/4 5:16-18

martedì 18 novembre 2014

Martedì 18

Esci dal tuo paese e dai tuoi parenti e va al paese che io ti mostrerò (Gen. 12:1)



Possiamo solo immaginare come si sentì Abraamo (che allora si chiamava ancora Abramo) quando Geova gli disse di far questo. Se provò dei timori, di certo sparirono dopo le successive parole di Geova: "Farò di te una grande nazione e ti benedirò [...] e maledirò colui che invocherà su di te il male" (Gen. 12:2, 3). Con queste parole Geova si impegnava a essere una dimora sicura per Abraamo e per i suoi discendenti (Gen. 26:1-6). E mantenne la promessa. Per esempio impedì al faraone d'Egitto e ad Abimelec re di Gherar di prendere Sara ed eliminare Abraamo. Protesse Isacco e Rebecca in maniera simile (Gen. 12:14-20; 20:1-14; 26:6-11). La Bibbia osserva: "[Geova] non permise ad alcun uomo di defraudarli, ma a causa d'essi riprese dei re, dicendo: 'Non toccate i miei unti, e non fate nulla di male ai miei profeti'" (Sal. 105:14, 15). w13 15/3 4:4, 5

lunedì 17 novembre 2014

Lunedì 17

Non posso sopportare l'uso del potere magico (Isa. 1:13)



La pratica dello spiritismo godeva di largo credito nel XIX secolo. Pertanto La Torre di Guardia di Sion del maggio 1885 (inglese) affermava: "La credenza che i morti vivano in un'altra dimensione o condizione non è nulla di nuovo. Era comune anche nella religione degli antichi, ed era alla base di tutte le mitologie". L'articolo aggiungeva che l'idea non scritturale che i morti possano comunicare con i vivi "ha mascherato e rafforzato l'inganno perpetrato dai 'demoni' che si presentano come gli spiriti disincarnati dei defunti. Essi si son serviti ben volentieri di questo stratagemma per nascondere la loro identità, riuscendo così a mantenere il controllo sulle menti e le vite di molti". Simili avvertimenti si trovavano moltissimi anni fa nell'opuscolo What Say the Scriptures About Spiritism? (Cosa dicono le Scritture circa lo spiritismo?), e si trovano anche nelle nostre pubblicazioni più recenti. w13 15/2 2:11

domenica 16 novembre 2014

Domenica 16

Apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente (Sal. 145:16)



Che dire se avete fatto rinunce per servire Geova a tempo pieno? Magari avete rinunciato a una promettente carriera o a un'attività ben avviata per avere più tempo da dedicare a Geova. Forse avete deciso di non sposarvi o di non avere figli per impegnarvi in determinate forme di servizio. Quelle decisioni sono state dettate dal vostro profondo amore per Geova e dal sincero desiderio di aiutare altri a servirlo. Non pensate che sareste stati meglio se aveste impiegato la vostra vita in modo diverso. La consapevolezza di aver fatto quello che sapevate essere la cosa giusta nelle vostre circostanze e di aver servito Geova al meglio delle vostre possibilità vi farà provare profonda soddisfazione. Egli non dimenticherà i vostri sacrifici. Nella "vera vita" avvenire, Geova vi ricompenserà con benedizioni molto più grandi di quanto possiate immaginare! (1 Tim. 6:19). w13 15/1 4:15, 16

sabato 15 novembre 2014

Sabato 15

Non giurate affatto (Matt. 5:34)



Gesù disse questo per condannare la diffusa abitudine di giurare in continuazione e con grande disinvoltura senza avere nessuna intenzione di tenere fede alla propria parola. Gesù non voleva certo dire che giurare è sempre sbagliato. In occasioni importanti Geova Dio e il suo giusto servitore Abraamo ricorsero al giuramento. Inoltre la Legge di Dio imponeva che si pronunciasse un giuramento per dirimere determinate controversie (Eso. 22:10, 11; Num. 5:21, 22). Pertanto, se tenuto a farlo, un cristiano chiamato a testimoniare in tribunale può giurare di dire la verità. Oppure in rare occasioni un cristiano può ritenere di dover giurare per assicurare altri delle proprie intenzioni o per contribuire a risolvere una questione. Gesù stesso, quando il sommo sacerdote gli chiese di giurare davanti al Sinedrio, non fece obiezioni e disse la verità (Matt. 26:63, 64). w12 15/10 4:1, 2

venerdì 14 novembre 2014

Venerdì 14

Mi rallegrai quando mi dicevano: "Andiamo alla casa di Geova" (Sal. 122:1)



Sebbene nel corso dei secoli molte cose siano cambiate, gli aspetti fondamentali delle assemblee sono rimasti i medesimi. Nei tempi biblici chi vi partecipava doveva fare dei sacrifici per essere presente, e lo stesso accade a molti anche oggi. Ma vale certamente la pena di fare tali sacrifici. Le assemblee erano e sono tuttora importanti appuntamenti spirituali. Ci forniscono la conoscenza e l'intendimento necessari per mantenere una stretta relazione con Dio. Ci motivano a mettere in pratica ciò che impariamo, ci aiutano a evitare i problemi, e ci incoraggiano a rimanere concentrati su attività e interessi che ci ristorano invece di essere un peso opprimente (Sal. 122:2-4). Tuttavia nel corso del tempo alcuni aspetti delle assemblee sono cambiati. Una volta certe assemblee duravano otto giorni. C'erano sessioni mattutine, pomeridiane e serali, ed era anche previsto che si partecipasse al servizio di campo. I volontari dedicavano molte ore di duro lavoro alla preparazione di colazioni, pranzi e cene per i partecipanti. w12 15/9 5:15, 17

Giovedì 13

Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all'ira; poiché è scritto: "La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova" (Rom. 12:19)



La Bibbia ci dice di non giudicare gli altri (Matt. 7:1, 2). Tuttavia possiamo star certi che Geova giudica con giustizia. Se riteniamo di essere stati vittime di un'ingiustizia e troviamo difficile perdonare chi ci ha fatto del male sebbene sia pentito, dovremmo tenere presente che anche lui è una vittima. Anche lui subisce le conseguenze dell'imperfezione ereditata (Rom. 3:23). Geova prova compassione per l'intera umanità imperfetta. Perciò è appropriato che preghiamo per quella persona. Difficilmente rimarremmo adirati con qualcuno per cui stiamo pregando. Inoltre, che nutrire risentimento sia sbagliato perfino nei confronti di chi ci maltratta è evidente dalle seguenti parole di Gesù: "Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano" (Matt. 5:44). w12 15/11 5:14, 15

mercoledì 12 novembre 2014

Mercoledì 12

Noi non ignoriamo i disegni di Satana (2 Cor. 2:11)



Poiché non ignoriamo i disegni di Satana, possiamo evitare di farci sopraffare da lui. Pregando di avere la saggezza necessaria per affrontare le nostre prove sfuggiremo ai suoi lacci (Giac. 1:5). Dobbiamo poi agire in armonia con le nostre preghiere studiando regolarmente la Parola di Dio a livello personale e mettendone in pratica i princìpi. Gli strumenti per lo studio della Bibbia forniti dallo schiavo fedele e discreto ci aiutano a riconoscere le trappole del Diavolo e ad evitarle. La preghiera e lo studio della Bibbia ci fanno amare ciò che è bene; è ugualmente importante, però, che coltiviamo l'odio per ciò che è male (Sal. 97:10). Riflettere sulle possibili conseguenze può aiutarci a non cedere ai nostri desideri egoistici (Giac. 1:14, 15). Se impareremo a odiare ciò che è male e ad amare veramente ciò che è bene, le esche che Satana mette nelle sue trappole non ci attireranno affatto; al contrario, le troveremo ripugnanti. Siamo davvero riconoscenti per l'aiuto di Dio, grazie al quale non siamo sopraffatti da Satana! (Matt. 6:13). w12 15/8 3:18-20

martedì 11 novembre 2014

Martedì 11

Dio si propose un'amministrazione per radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo (Efes. 1:9, 10)



Questa amministrazione si articola in due fasi. Durante la prima, la congregazione degli unti viene preparata a vivere in cielo sotto la guida di Gesù Cristo, suo Capo spirituale. Questa fase fu avviata alla Pentecoste del 33, quando Geova cominciò a radunare coloro che avrebbero regnato con Cristo in cielo (Atti 2:1-4). Gli unti sono stati dichiarati giusti per la vita grazie al sacrificio di riscatto di Cristo, e hanno la chiara consapevolezza di essere stati adottati come "figli di Dio" (Rom. 3:23, 24; 5:1; 8:15-17). La seconda fase prepara coloro che vivranno nel Paradiso sulla terra. Inizialmente questo gruppo è costituito dalla "grande folla" (Riv. 7:9, 13-17; 21:1-5). Durante il Regno millenario ad essa si uniranno miliardi di risuscitati (Riv. 20:12, 13). Coloro che si dimostreranno fedeli verranno adottati come "figli di Dio" terreni (Rom. 8:21; Riv. 20:7, 8). w12 15/7 4:3, 4

lunedì 10 novembre 2014

Lunedì 10

Egli non è l'Iddio dei morti, ma dei viventi (Luca 20:38)



Con l'approssimarsi della sua fine, il mondo di Satana conoscerà "dolori di afflizione" sempre più acuti (Matt. 24:7, 8). Le cose non potranno che peggiorare durante la grande tribolazione: il sistema così come lo conosciamo collasserà, e la gente temerà per la propria vita (Abac. 3:16, 17). In preda alla disperazione cercherà rifugio, per così dire, "nelle spelonche e nei massi di roccia dei monti" (Riv. 6:15-17). Ma né caverne letterali né organizzazioni politiche e commerciali paragonabili a monti potranno offrire protezione. I veri cristiani, invece, continueranno a godere della sicurezza della loro "vera dimora", Geova Dio (Sal. 90:1). Perfino coloro che dovessero morire fedeli prima della grande tribolazione rimangono al sicuro presso Geova, "poiché per lui sono tutti viventi". Proprio così, agli occhi di Geova è come se i suoi leali che sono morti fedeli fossero vivi, in quanto è certo che saranno risuscitati (Eccl. 7:1). w13 15/3 4:15-17

domenica 9 novembre 2014

Domenica 9

Hai afferrato la mia mano destra. Mi porterai fino alla gloria (Sal. 73:23, 24)



Come fa questo Geova? Egli dà gloria ai suoi umili servitori onorandoli in molti modi. Concede loro l'intendimento della sua volontà (1 Cor. 2:7). A chi ascolta la sua parola e gli ubbidisce accorda l'onore di avere con lui un'intima relazione (Giac. 4:8). Geova inoltre affida ai suoi servitori il prezioso tesoro del ministero cristiano (2 Cor. 4:1, 7). Quest'opera conduce alla gloria. Geova onora i fedeli dando loro un buon nome, cioè la sua approvazione. Per di più, anche nella congregazione si parlerà bene di loro (1 Sam. 2:30; Prov. 11:16; 22:1). Quale sarà il futuro di chi "spera in Geova e osserva la sua via"? Questa è la promessa: "Egli [Geova] ti esalterà per prendere possesso della terra. Quando i malvagi saranno stroncati, tu lo vedrai" (Sal. 37:34). I servitori di Dio avranno lo straordinario onore di ricevere la vita eterna (Sal. 37:29). w13 15/2 4:3-5

sabato 8 novembre 2014

Sabato 8

Degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo (2 Piet. 1:21)



Da dove veniamo? Perché siamo qui? Dove siamo diretti? Perché il mondo è in queste condizioni? Cosa accade quando si muore? Persone di ogni parte della terra si pongono questi interrogativi. Come potremmo conoscere la risposta a queste e altre importanti domande senza l'ispirata Parola di Dio? Ma in che modo il messaggio di Dio fu trasmesso tramite lo spirito santo agli scrittori della Bibbia? Ricevettero le parole precise da scrivere o soltanto le idee da trasmettere con parole proprie? Pensiamo a cosa può fare un uomo d'affari quando deve scrivere una lettera. Se è importante usare parole specifiche può scriverla di persona o dettarla alla sua segretaria parola per parola, ma in ogni caso sarà lui a firmare la lettera. In altri casi indica le idee principali e lascia che sia la segretaria a formulare i pensieri e a scegliere le parole e lo stile della lettera. L'uomo d'affari poi la rilegge e fa apportare i cambiamenti necessari. Alla fine firma la lettera, ed è come se fosse stato lui a scriverla. w12 15/6 4:1, 4

venerdì 7 novembre 2014

Venerdì 7

Tu che insegni a qualcun altro, non insegni a te stesso? (Rom. 2:21)



Quando il matrimonio fallisce, questo può far sorgere dei dubbi sulla condizione spirituale dei coniugi. L'apostolo Paolo pose questo serio interrogativo: "Se in realtà un uomo non sa dirigere la propria casa, come avrà cura della congregazione di Dio?" (1 Tim. 3:5). In effetti, se entrambi i coniugi professano di essere cristiani ma il loro matrimonio va a rotoli, dall'esterno si potrebbe giungere alla conclusione che non mettono in pratica ciò che predicano (Rom. 2:22-24). Quando due coniugi battezzati vogliono separarsi o divorziare per motivi non scritturali, hanno di sicuro qualche problema spirituale. Evidentemente almeno uno di loro, se non entrambi, non sta mettendo in pratica i princìpi biblici. Se davvero 'confidassero in Geova con tutto il loro cuore' non ci sarebbe motivo di pensare che il loro matrimonio non ha speranze (Prov. 3:5, 6). w12 15/5 2:7, 8

giovedì 6 novembre 2014

Giovedì 6

Volgi, ti prego, il consiglio di Ahitofel in stoltezza, o Geova! (2 Sam. 15:31)



Esaminiamo il caso dell'infido Absalom. Consumato dall'ambizione, era deciso a usurpare il trono di suo padre, il re Davide. Cominciò con il "rubare il cuore degli uomini d'Israele" cercando di ingraziarseli con scaltre promesse e insincere manifestazioni di affetto. Li abbracciava e li baciava come se si interessasse davvero di loro e delle loro necessità (2 Sam. 15:2-6). Absalom riuscì a conquistare persino Ahitofel, uomo di fiducia di Davide, che tradì il re e appoggiò il colpo di stato. Nei Salmi 3 e 55, Davide parlò dell'effetto che questo atto di slealtà aveva avuto su di lui (Sal. 3:1-8; 55:12-14). Con la sua cospirazione ambiziosa, astuta e sfacciata ai danni del re designato da Geova, Absalom dimostrò il suo spudorato disprezzo per la sovranità divina (1 Cron. 28:5). Alla fine la rivolta fallì e Davide continuò a regnare come unto di Geova. w12 15/4 2:5

mercoledì 5 novembre 2014

Mercoledì 5

I capelli grigi sono una corona di bellezza quando si trovano nella via della giustizia (Prov. 16:31)



È appropriato curare il proprio aspetto, ma senza essere ossessionati dal desiderio di cancellare tutti i segni dell'età che avanza. Tali segni possono essere indice di maturità e bellezza interiore e conferire un aspetto dignitoso. Si noti ad esempio la scrittura di oggi. È così che Geova ci vede, e noi dovremmo cercare di vederci allo stesso modo (1 Piet. 3:3, 4). Con questi presupposti, sarebbe davvero saggio sottoporsi a operazioni chirurgiche o a trattamenti medici non necessari e potenzialmente pericolosi al solo scopo di essere più attraenti? "La gioia di Geova" è fonte di vera bellezza che si irradia dall'interno, indipendentemente da età o salute (Nee. 8:10). Solo nel nuovo mondo avremo una salute perfetta e ritroveremo la bellezza giovanile (Giob. 33:25; Isa. 33:24). Nel frattempo, il buon senso e la fede ci aiuteranno a tenerci stretti a Geova accettando la nostra situazione attuale (1 Tim. 4:8). w13 15/1 3:10

martedì 4 novembre 2014

Martedì 4

Il sorvegliante dev'essere libero da accusa come economo di Dio (Tito 1:7)



Nominati per pascere "il gregge di Dio", i sorveglianti organizzano le attività delle congregazioni e vi partecipano attivamente (1 Piet. 5:1, 2). Ovviamente a ognuno di loro possono essere affidati incarichi diversi. Nondimeno tutti devono assolvere fedelmente i rispettivi compiti, e tutti "renderanno conto" a Dio (Ebr. 13:17). Che dire dei molti cristiani leali che non sono anziani? In una lettera indirizzata ai cristiani in generale l'apostolo Pietro scrisse: "Nella proporzione in cui ciascuno ha ricevuto un dono, usatelo, servendo gli uni gli altri come eccellenti economi dell'immeritata benignità di Dio espressa in vari modi" (1 Piet. 1:1; 4:10). Nella sua immeritata benignità Dio ha dato a tutti noi doni, risorse, capacità e doti innate che possiamo usare a beneficio dei nostri compagni di fede. Perciò tutti quelli che servono Dio sono economi, e da questo ruolo che ricoprono derivano onore, fiducia e responsabilità. w12 15/12 2:6, 7

lunedì 3 novembre 2014

Lunedì 3

Gli occhi di Geova sono in ogni luogo (Prov. 15:3)



Pur essendo un uomo timorato di Dio, Davide commise dei gravi peccati. Due di questi coinvolsero una coppia: Uria e Betsabea. Oltre ad aver commesso adulterio con Betsabea, il re si rese colpevole della morte di un innocente, Uria. Le conseguenze furono tragiche per tutti e tre. Il modo in cui Geova corresse Davide, comunque, ci dice molto sulla sua disponibilità a perdonare. Gli mandò il suo profeta, Natan. Essendo un Dio incline al perdono, a quanto pare Geova voleva verificare che ci fossero le condizioni per esercitare misericordia. Non è confortante notare questo modo di affrontare il problema da parte sua? Egli non costrinse Davide a confessare, ma gli fece narrare da Natan una storia che dimostrava la gravità dei suoi peccati (2 Sam. 12:1-4). Tale approccio si rivelò davvero efficace. Davide si rese conto della gravità di ciò che aveva fatto e, pentito, ammise: "Ho peccato contro Geova" (2 Sam. 12:5-14). w12 15/11 4:3, 5-7

domenica 2 novembre 2014

Domenica 2

O Geova, tu stesso hai mostrato d'essere per noi una vera dimora (Sal. 90:1)



Vi sentite a casa nel mondo attuale? Se la risposta è no, non siete i soli. Nel corso dei secoli tutti quelli che hanno amato veramente Geova si sono sentiti estranei, o stranieri, in questo sistema di cose. Per esempio, mentre conducevano una vita nomade nel paese di Canaan, i fedeli adoratori di Dio "dichiararono pubblicamente di essere estranei e residenti temporanei" (Ebr. 11:13). In maniera analoga, gli unti seguaci di Cristo, la cui "cittadinanza esiste nei cieli", si considerano "forestieri e residenti temporanei" nel presente sistema di cose (Filip. 3:20; 1 Piet. 2:11). Anche le "altre pecore" di Cristo "non fanno parte del mondo come [Gesù non faceva] parte del mondo" (Giov. 10:16; 17:16). Ciò non significa che i servitori di Dio non abbiano un luogo in cui rifugiarsi. Al contrario, possiamo contare su una casa in cui godiamo di amore e protezione senza pari, una casa visibile con gli occhi della fede. w13 15/3 4:1, 2

sabato 1 novembre 2014

Sabato 1

Viene un giorno che appartiene a Geova (Zacc. 14:1)



Di quale giorno si tratta? Del "giorno del Signore", che ebbe inizio quando "il regno del mondo" divenne "il regno del nostro Signore e del suo Cristo" (Riv. 1:10; 11:15). Questo giorno iniziò nel 1914, con la nascita in cielo del Regno messianico. Già da decenni gli unti adoratori di Geova predicavano che la fine dei "tempi fissati delle nazioni" sarebbe venuta in quell'anno e che il mondo sarebbe entrato in un periodo di difficoltà senza pari (Luca 21:24). Quali erano state le reazioni? Invece di prestare attenzione a quegli opportuni avvertimenti, i capi religiosi e politici avevano disprezzato e perseguitato quei cristiani zelanti. In quel modo però si erano fatti beffe dell'Onnipotente stesso, dal momento che gli unti ambasciatori del Regno rappresentano "la Gerusalemme celeste", ovvero il Regno messianico del quale fanno parte (Ebr. 12:22, 28). w13 15/2 3:4