mercoledì 31 dicembre 2014

Mercoledì 31

Dal cuore vengono malvagi ragionamenti, assassinii, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, bestemmie (Matt. 15:19)



Se un fratello avesse un cuore così insensibile da commettere adulterio o fornicazione senza pentirsi potrebbe perdere il favore di Dio in modo permanente. Ma anche chi non ha commesso un peccato simile potrebbe lasciare che nel suo cuore cresca un desiderio errato (Matt. 5:27, 28). In questi casi è utile fare un autoesame. Se scrutassimo il nostro cuore, vi troveremmo dei sentimenti non appropriati verso una persona dell'altro sesso? Vi scorgeremmo desideri reconditi che Dio non approva e che quindi vanno estirpati? O forse un fratello non arriverebbe a commettere "assassinii", ma potrebbe permettere al rancore di avvelenargli il cuore al punto da odiare un compagno di fede (Lev. 19:17). Riuscirà a eliminare tali sentimenti che potrebbero rendere insensibile il suo cuore? (Matt. 5:21, 22). w13 15/3 2:13, 14

martedì 30 dicembre 2014

Martedì 30

Amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio (Giov. 12:43)



Com'è possibile che la gloria che si riceve dagli uomini eclissi quella divina? Possiamo comprenderlo paragonando la gloria alla luce. Il maestoso universo è incredibilmente glorioso. Quand'è stata l'ultima volta che avete rivolto lo sguardo verso il cielo stellato in una notte serena e ne siete rimasti affascinati? "La gloria delle stelle" è impressionante (1 Cor. 15:40, 41). Ma se si prova a guardare il cielo da una città ben illuminata, sarà molto più difficile vedere la luce delle stelle. Significa questo che le luci della città sono più belle o più intense della luce delle stelle? No. Sono solo più vicine a noi e interferiscono su ciò che riusciamo a vedere della creazione di Geova. In maniera analoga, la gloria umana può far apparire meno preziosa la gloria che viene da Geova. w13 15/2 4:6, 8, 9

Lunedì 29

Non che noi siamo i signori sulla vostra fede, poiché voi state in piedi mediante la vostra fede (2 Cor. 1:24)



Con queste parole Paolo stava sottolineando che i fratelli di Corinto rimanevano saldi non grazie a lui o a qualche altro essere umano, ma grazie alla loro fede in Dio. Perciò Paolo non riteneva di dover controllare la fede dei suoi fratelli, né desiderava farlo. Era convinto che fossero cristiani fedeli che volevano fare ciò che è giusto (2 Cor. 2:3). Oggi gli anziani imitano il suo esempio riponendo fiducia nella fede dei fratelli e nelle ragioni che li spingono a servire Dio (2 Tess. 3:4). Invece di imporre alla congregazione rigide regole, seguono i princìpi scritturali e le istruzioni dell'organizzazione di Geova. In fin dei conti, gli odierni anziani non sono i signori sulla fede dei loro fratelli (1 Piet. 5:2, 3). w13 15/1 5:3

domenica 28 dicembre 2014

Domenica 28

Glorificherò il tuo nome a tempo indefinito (Sal. 86:12)



In generale le chiese della cristianità hanno preso le distanze dal nome di Dio. Ad esempio, nella prefazione della Revised Standard Version si legge: "L'uso di un qualsiasi nome proprio per il solo e unico Dio [...] è decisamente inadeguato alla fede universale della chiesa cristiana". I testimoni di Geova, invece, sono fieri di portare il nome divino e di glorificarlo (Isa. 43:10). Inoltre per noi è un onore comprendere il significato di questo nome e della contesa universale relativa alla sua santificazione (Matt. 6:9). Conoscere il nome di Dio implica molto di più che sapere semplicemente che esso è Geova. Significa anche conoscere la reputazione di Colui che lo porta, le sue qualità, il suo proposito e le sue attività così come sono rivelati nella Bibbia, nonché il modo in cui tratta chi lo serve. Ovviamente Geova concede questo intendimento in modo progressivo, man mano che il suo proposito si adempie (Prov. 4:18). w13 15/3 5:1-3

sabato 27 dicembre 2014

Sabato 27

Abraamo fu chiamato "amico di Geova" (Giac. 2:23)



Dio promise che attraverso Abraamo e i suoi discendenti tutte le famiglie della terra, non solo una nazione, sarebbero state benedette (Gen. 22:15-18). Anche se questa promessa di Dio si sarebbe adempiuta in un futuro lontano, Abraamo era convinto che si sarebbe realizzata. Per più di metà della sua vita vagò da un luogo all'altro con la sua famiglia, e il suo rapporto di amicizia con Geova non si interruppe mai. Sebbene Abraamo non sapesse quanto avrebbe dovuto aspettare prima di vedere realizzata la sua speranza, il suo amore e la sua devozione nei confronti di Dio non vacillarono mai. Abraamo si mantenne concentrato e non cercò di stabilirsi come residente permanente in qualche nazione (Ebr. 11:14, 15). Seguire il suo esempio vivendo una vita semplice, non preoccupandosi troppo dei possedimenti materiali e non inseguendo la carriera o il prestigio sociale è davvero saggio! Come Abraamo, anche noi attendiamo qualcosa di molto migliore. w12 15/12 4:7-9

venerdì 26 dicembre 2014

Venerdì 26

Betsabea mandò a riferirlo a Davide, dicendo: "Sono incinta" (2 Sam. 11:5)



Anziché far condannare Davide e Betsabea a morte per adulterio da giudici umani secondo le disposizioni della Legge mosaica, Geova, in maniera misericordiosa, si occupò personalmente del loro giudizio (Lev. 20:10). È possibile che sulla sua decisione di perdonare Davide abbia influito la misericordia che Davide stesso aveva mostrato a Saul (1 Sam. 24:4-7; 2 Sam. 12:13). Come spiegò Gesù, Geova ci tratta nel modo in cui noi trattiamo gli altri. "Smettete di giudicare affinché non siate giudicati", disse Gesù; "poiché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi" (Matt. 7:1, 2). È un enorme sollievo sapere che Geova è disposto a perdonare i nostri peccati, anche gravi come l'adulterio e l'omicidio. Ma ci perdonerà solo se siamo pronti a perdonare, se gli confessiamo i nostri peccati e se mostriamo di aver cambiato atteggiamento. Quando un peccatore si pente sinceramente, da Geova vengono "stagioni di ristoro" (Atti 3:19). w12 15/11 4:9, 10

giovedì 25 dicembre 2014

Giovedì 25

Che farò, Signore? (Atti 22:10)



Con questa domanda sincera Paolo, allora conosciuto come Saulo, rispose al glorificato Signore Gesù che gli era apparso in visione per farlo smettere di perseguitare i suoi discepoli. In seguito a questo episodio egli si pentì umilmente della sua precedente condotta, si battezzò e accettò lo speciale incarico di rendere testimonianza riguardo a Gesù alle nazioni. Paolo diffuse zelantemente il messaggio del Regno in tutta l'Asia Minore, spingendosi fino in Europa, e fondò molte congregazioni che poi tornò a visitare. Continuò a riferirsi a Gesù come al suo "Signore", e il modo in cui visse la restante parte della sua vita terrena dimostrò che lo considerava davvero tale (Atti 22:6-16; 2 Cor. 4:5; 2 Tim. 4:8). L'apostolo Paolo fu diverso da quelli di cui Gesù aveva detto: "Perché dunque mi chiamate 'Signore! Signore!' ma non fate le cose che dico?" (Luca 6:46). Gesù si aspetta che tutti coloro che lo accettano come loro Signore tengano fede all'impegno preso come fece Paolo. w12 15/10 4:5, 6

mercoledì 24 dicembre 2014

Mercoledì 24

Prenditi moglie dalle figlie di Labano (Gen. 28:2)



Ubbidendo a Isacco, Giacobbe lasciò la sicurezza della famiglia, che viveva in Canaan, per affrontare, a quanto pare da solo, un viaggio di centinaia di chilometri fino ad Haran (Gen. 28:10). Forse si domandava: "Per quanto tempo dovrò stare lontano? Mio zio mi farà una buona accoglienza e mi darà una moglie timorata di Dio?" Se questi dubbi affollavano la sua mente, sparirono quando Geova gli apparve in sogno e gli disse: "Ecco, io sono con te e certamente ti custodirò in tutta la via per la quale andrai e certamente ti farò tornare in questo suolo, perché non ti lascerò finché non avrò realmente fatto ciò che ti ho proferito" (Gen. 28:15). Come dovette sentirsi rassicurato e confortato Giacobbe da queste parole! Non facciamo fatica a immaginarlo mentre ora avanza spinto dal desiderio di vedere come Dio manterrà la sua promessa. Se avete lasciato casa, magari per prestare servizio in un paese straniero, probabilmente avete provato gli stessi sentimenti contrastanti che provò Giacobbe. Avete però sperimentato la cura di Geova nei vostri confronti. w13 15/3 4:6, 7

martedì 23 dicembre 2014

Martedì 23

Negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili (2 Tim. 3:1)



Perfino alcune persone che non conoscono Dio sono convinte che la società attuale non possa andare avanti così ancora per molto. Temendo l'imminenza di un disastro, seguono la filosofia del "mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo" (1 Cor. 15:32). Noi, invece, non abbiamo paura. Ci rifiutiamo di isolarci al solo scopo di soddisfare i nostri desideri egoistici (Prov. 18:1). Al contrario, rinneghiamo noi stessi e impieghiamo generosamente tempo, energie e altre risorse per diffondere la buona notizia del Regno di Dio (Matt. 16:24). Proviamo gioia nel servire Dio, e soprattutto nell'aiutare le persone a conoscerlo. Nel mondo di Satana però sono in molti a odiarci, per cui è possibile che veniamo perseguitati per la nostra fede (Giov. 15:19; 16:2). Ma non verremo meno. Al contrario, ci avvicineremo a Geova più di quanto avremmo mai immaginato fosse possibile (Giac. 1:2-4; 4:8). w12 15/9 4:7 9

lunedì 22 dicembre 2014

Lunedì 22

Il cuore è più ingannevole di qualunque altra cosa ed è difficile da correggere. Chi lo può conoscere? (Ger. 17:9)



Due questioni di primaria importanza sono il nostro atteggiamento verso il sesso e il concetto che abbiamo del matrimonio. Coloro che non sono ancora cittadini del Regno di Dio forse condonano l'omosessualità, considerano la pornografia un divertimento innocuo e ritengono che adulterio e divorzio siano questioni del tutto personali. Ma i cittadini del Regno hanno abbandonato tali modi di pensare miopi ed egocentrici. Anche coloro che, prima di diventare cristiani, conducevano uno stile di vita immorale ora considerano il sesso e il matrimonio come doni di Dio. Vedono con grande rispetto le alte norme di Geova e concordano di cuore sul fatto che chi continua a disubbidire alle leggi divine sul sesso e sul matrimonio non è degno di essere cittadino del Regno (1 Cor. 6:9-11). D'altra parte riconoscono anche che il cuore è ingannevole. Perciò sono grati di ricevere consigli specifici che li aiutano a continuare a ubbidire alle leggi di Dio. w12 15/8 2:9

domenica 21 dicembre 2014

Domenica 21

Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini (1 Cor. 15:33)



Consideriamo anche i seguenti versetti: "Non mi sono seduto con uomini di falsità; e non entro con quelli che nascondono ciò che sono" (Sal. 26:4). "Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male" (Prov. 13:20). Quali preziose lezioni possiamo imparare da essi? (1) Geova vuole che siamo selettivi nella scelta delle amicizie. Vuole proteggerci sia moralmente che spiritualmente. (2) È un fatto assodato che le persone che frequentiamo influiscono su di noi, in bene o in male. Il modo in cui questi versetti sono formulati mostra che Geova fa appello al nostro cuore. Si noti infatti che nessuno di essi consiste in un divieto, del tipo 'non devi fare questo o quello'. Al contrario si limitano a enunciare dei fatti. In effetti Geova ci sta dicendo: 'Le cose stanno così. Cosa farai? Cosa c'è nel tuo cuore?' w12 15/7 2:11, 12

sabato 20 dicembre 2014

Sabato 20

Il monte degli ulivi si deve fendere per il mezzo (Zacc. 14:4)



Cosa rappresenta questo monte? In che senso si sarebbe dovuto "fendere per il mezzo" così da formare due monti? E perché Geova li definisce "miei monti"? (Zacc. 14:5). Nella Bibbia i monti possono rappresentare regni o governi. Inoltre benedizioni e protezione sono messe in relazione al monte di Dio (Sal. 72:3; Isa. 25:6, 7). Perciò, il "monte degli ulivi" a est di Gerusalemme sul quale si trova Dio rappresenta la sovranità universale di Geova, la sua suprema autorità. Cosa indica la divisione del "monte degli ulivi"? Il monte si divide nel senso che Geova istituisce un governo secondario, ovvero il Regno messianico retto da Gesù Cristo. Questo spiega perché Geova parla dei due monti che si originano da quella divisione come dei "miei monti". w13 15/2 3:8, 9

Venerdì 19

Gli occhi di Geova sono sopra i giusti, e i suoi orecchi sono volti alla loro supplicazione (1 Piet. 3:12)



L'intimità con Geova non si crea dall'oggi al domani; ci vuole tempo per conoscerlo e imparare ad amarlo. Perciò, per conoscerlo meglio come persona, dobbiamo assicurarci di leggere la sua Parola ogni giorno. Gli amici di Dio crescono spiritualmente grazie a preghiere sincere e buone compagnie (Mal. 3:16). Come un padre amorevole, egli è attento alle nostre richieste di aiuto; perciò dobbiamo essere "costanti nella preghiera" (Rom. 12:12). Non possiamo rimanere cristiani rigogliosi senza il sostegno di Dio; le pressioni a cui siamo sottoposti in questo sistema sono troppo forti per affrontarle da soli. Se non perseveriamo nella preghiera, ci precludiamo l'accesso a quella riserva di forza che Geova ha sia il desiderio che la capacità di fornire. Siamo soddisfatti della qualità delle nostre preghiere, o ci rendiamo conto di dover migliorare? (Ger. 16:19). w13 15/3 3:11, 12

giovedì 18 dicembre 2014

Giovedì 18

Chi confida nelle sue ricchezze, egli stesso cadrà (Prov. 11:28)



Quando mettiamo al primo posto "il regno e la Sua giustizia", Geova benedice i nostri ragionevoli sforzi di procurarci da vivere (Matt. 6:33; Efes. 4:28). Non vuole che ci addormentiamo all'adunanza perché veniamo da ore e ore di straordinario o che, mentre siamo in sala, la nostra mente sia occupata da questioni economiche. Sono in molti nella società attuale a credere che l'unico modo per assicurarsi un futuro sereno e magari godersi la vita più avanti sia quello di buttarsi a capofitto nel fare soldi. Spesso queste persone spingono i propri figli a inseguire lo stesso obiettivo materialistico. Gesù mostrò che tale punto di vista è irragionevole (Luca 12:15-21). Forse ci viene in mente Gheazi, che pensò di poter assecondare la propria avidità e al tempo stesso continuare ad avere l'approvazione di Geova (2 Re 5:20-27). Puntare su risparmi, investimenti o sulla propria capacità di fare soldi equivale a puntare sull'"iddio di questo sistema", Satana (2 Cor. 4:4; 1 Tim. 6:17). w13 15/1 3:13, 15

mercoledì 17 dicembre 2014

Mercoledì 17

Da dove si leva il sole fin dove tramonta, il mio nome sarà grande fra le nazioni (Mal. 1:11)



L'apostasia iniziò a corrompere la primitiva congregazione cristiana, in particolare dopo la morte degli apostoli (2 Tess. 2:3-7). Alcuni falsi insegnanti addirittura adottarono la tradizione ebraica di non usare il nome divino. Ma Geova non avrebbe mai permesso che il suo illustre nome fosse eliminato! È vero che non se ne conosce più l'esatta pronuncia, ma il nome è giunto fino a noi. Nel corso dei secoli è comparso in diverse traduzioni bibliche, come pure negli scritti di vari studiosi della Bibbia. Per i servitori di Dio il 1931 fu un anno particolarmente memorabile: fu allora che gli Studenti Biblici Internazionali - come erano chiamati all'epoca i servitori di Dio - adottarono il nome scritturale di Testimoni di Geova (Isa. 43:10-12). Annunciarono così al mondo che erano orgogliosi di essere servitori dell'unico vero Dio, di essere "un popolo per il suo nome" e di onorare tale nome (Atti 15:14). w13 15/3 5:14, 15

martedì 16 dicembre 2014

Martedì 16

Vidi un'altra bestia selvaggia (Riv. 13:11)



Giovanni vide in visione una bestia selvaggia con due corna che parlava come un dragone. Cosa rappresenta questa strana bestia? Ha due corna a indicare che si tratta di una potenza duplice. Giovanni stava vedendo la potenza mondiale anglo-americana in un ruolo speciale (Riv. 13:11-15). Questa bestia selvaggia promuove la realizzazione di un'immagine della bestia selvaggia con sette teste. Giovanni scrisse che tale immagine sarebbe apparsa, scomparsa e poi sorta di nuovo. Questo è proprio ciò che successe a un'organizzazione voluta dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, un'organizzazione che si proponeva di unire e rappresentare i regni del mondo. Essa fece la sua comparsa dopo la prima guerra mondiale con il nome di Società delle Nazioni e scomparve allo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante quella guerra il popolo di Dio dichiarò che, secondo la profezia di Rivelazione, l'immagine della bestia selvaggia sarebbe sorta di nuovo. E questo è ciò che accadde quando furono fondate le Nazioni Unite (Riv. 17:8). w12 15/6 2:12, 13

lunedì 15 dicembre 2014

Lunedì 15

Se qualcuno, per coscienza verso Dio, sopporta cose dolorose e soffre ingiustamente, questa è cosa gradita (1 Piet. 2:19)



Volendo piacere a Geova, quasi tutti i cristiani non sposati scelgono come coniuge un compagno di fede. Anche in questo caso, però, le circostanze possono prendere una piega inaspettata. In rari casi può capitare che uno dei coniugi cominci a soffrire di un serio disturbo emotivo o che venga disassociato. Cosa può fare un cristiano se teme che il proprio matrimonio sia irrimediabilmente compromesso? Forse vi chiedete se è il caso di continuare a tentare di salvare il vostro matrimonio a tutti i costi. Nessuno può né deve prendere questa decisione per voi. Ciò nonostante, ci sono valide ragioni per non gettare la spugna anche se il vincolo matrimoniale si sta indebolendo. La persona devota che in tutta coscienza ritiene di dover sopportare le difficoltà legate a un matrimonio difficile è preziosa agli occhi di Dio (1 Piet. 2:20). Per mezzo della sua Parola e del suo spirito, Geova aiuterà il cristiano che ce la mette tutta per rafforzare un matrimonio in crisi. w12 15/5 2:10, 11

domenica 14 dicembre 2014

Domenica 14

Gionatan amava Davide come la sua propria anima (1 Sam. 18:1)



Gionatan era il figlio maggiore del re Saul e in quanto tale avrebbe probabilmente ereditato il trono d'Israele. Ma Geova aveva scelto Davide come successivo re della nazione. Gionatan rispettò la decisione di Dio e fece tutto il possibile per 'rafforzare la mano di Davide' fino al punto di rischiare la propria vita per difenderlo di fronte a Saul. Lealmente Gionatan disse a Davide: "Tu stesso sarai re su Israele e io stesso ti sarò secondo" (1 Sam. 20:30-34; 23:16, 17). Non c'è da meravigliarsi che, dopo la morte di Gionatan, Davide esprimesse il suo dolore e il suo affetto per lui in un canto di lutto (2 Sam. 1:17, 26). Gionatan era completamente sottomesso al Sovrano Geova, e sostenne pienamente Davide quale unto di Geova. Allo stesso modo oggi dovremmo sostenere di buon grado i fratelli che sono stati nominati per guidarci (1 Tess. 5:12, 13; Ebr. 13:17, 24). w12 15/4 2:8, 9

sabato 13 dicembre 2014

Sabato 13

Supponiamo che essi realmente mi dicano: "Qual è il suo nome?" Che dirò loro? (Eso. 3:13)



Dato che il nome di Dio era noto da tempo, perché Mosè fece questa domanda? Evidentemente voleva sapere di più sulla persona identificata da quel nome, qualcosa che potesse assicurare al popolo che Dio lo avrebbe davvero liberato. I timori che si celavano dietro la sua domanda erano legittimi: gli israeliti erano infatti schiavi da tempo, quindi si sarebbero probabilmente domandati se l'Iddio dei loro antenati potesse davvero liberarli. Tant'è vero che alcuni del popolo avevano persino cominciato ad adorare divinità egizie (Ezec. 20:7, 8). Quale fu la risposta di Geova alla domanda di Mosè? "Devi dire questo ai figli d'Israele: 'IO MOSTRERÒ D'ESSERE mi ha mandato a voi'". Mosè doveva inoltre dire: "Geova l'Iddio dei vostri antenati [...] mi ha mandato a voi". Con queste parole Dio rivelò qualcosa di molto importante: egli diventerà qualunque cosa decida per adempiere il suo proposito e manterrà sempre la sua parola (Eso. 3:14, 15). w13 15/3 5:4, 5

venerdì 12 dicembre 2014

Venerdì 12

I morti non sono consci di nulla (Eccl. 9:5)



Gli ebrei avevano tutti gli elementi per conoscere la verità riguardo ai morti. Tuttavia quando l'impero greco fu diviso fra i generali di Alessandro Magno si tentò di unire Giuda e Siria promuovendo la religione greca e la cultura ellenistica. Di conseguenza, gli ebrei adottarono i falsi insegnamenti relativi all'immortalità dell'anima e all'esistenza di un oltretomba di tormenti. Sebbene non disponesse delle Scritture, il giusto Giobbe conosceva la verità sulla condizione dei morti. Sapeva inoltre che, se fosse morto, Geova, il quale è un Dio amorevole, avrebbe desiderato fortemente di risuscitarlo (Giob. 14:13-15). Anche Abraamo credeva nella risurrezione (Ebr. 11:17-19). Visto che non si può risuscitare qualcuno che non può morire, quegli uomini devoti non credevano nell'immortalità dell'anima. Lo spirito di Dio senza dubbio aiutò Giobbe e Abraamo a capire la condizione dei morti e a riporre fede nella risurrezione. w13 15/2 2:12-14

giovedì 11 dicembre 2014

Giovedì 11

Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi (Giov. 13:35)



In qualità di discepoli di Cristo e testimoni di Geova dobbiamo amarci gli uni gli altri. Gesù disse che tale amore contraddistingue i veri cristiani. Comunque non ci limitiamo ad amare i fratelli: tutti abbiamo la possibilità e al tempo stesso la responsabilità di mostrare amore anche a chi non condivide la nostra fede. Inoltre abbiamo un'opera da compiere. Poiché ci ha dato un dono prezioso, la conoscenza della verità, Dio si aspetta che portiamo tale conoscenza ad altri (Matt. 28:19, 20). Dopo tutto far conoscere la verità è una dimostrazione di amore. Certo, ogni cristiano ha una situazione diversa, e non tutti possono dedicarsi al ministero nella stessa misura. Questo Geova lo capisce. Ciò che conta è che facciamo tutto il possibile; in questo modo manifestiamo amore altruistico per Geova e per il prossimo. w12 15/12 2:11 13, 14

Mercoledì 10

Le vostre richieste siano rese note a Dio (Filip. 4:6)



Quando ci ritroviamo alle strette, cerchiamo di pregare e meditare su cose degne di lode (Filip. 4:6-9). Con la forza che viene da Geova affronteremo qualsiasi prova e non permetteremo a una situazione difficile di trasformarsi in una pietra d'inciampo. Purtroppo, negli anni alcuni si sono fatti mettere fuori gara dall'imperfezione altrui, o hanno lasciato che divergenze d'opinione in questioni di coscienza diventassero pietre d'inciampo (1 Cor. 8:12, 13). Se qualcuno ci offende, ne facciamo un affare di stato? La Bibbia esorta i cristiani a smettere di giudicare, a perdonare e a non insistere sui propri diritti (Luca 6:37). Davanti a una potenziale pietra d'inciampo, chiediamoci: "Giudico gli altri sulla base dei miei criteri personali? Dato che so benissimo che i fratelli non sono perfetti, ha senso lasciare che l'imperfezione di uno di loro mi faccia abbandonare la corsa per la vita?" Se amiamo Geova, non permetteremo a nessun essere umano, qualunque cosa faccia, di impedirci di tagliare il traguardo. w13 15/3 1:18, 19

martedì 9 dicembre 2014

Martedì 9

La tua parola è verità (Giov. 17:17)



Nell'ebraico biblico il termine frequentemente reso "verità" si riferisce a qualcosa che è vero, degno di fiducia, fedele, fattuale. La parola greca per "verità" denota conformità ai fatti o a ciò che è giusto e appropriato. Geova ha preservato la verità spirituale e ci ha reso sempre più disponibile la conoscenza d'essa (2 Giov. 1, 2). La nostra comprensione della verità migliora costantemente, poiché "il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito" (Prov. 4:18). Non possiamo che essere d'accordo con l'affermazione di Gesù contenuta nella scrittura di oggi. La Parola di Dio contiene "la verità della buona notizia", cioè l'insieme degli insegnamenti cristiani (Gal. 2:14). Tra questi vi sono i fatti riguardanti il nome di Geova, la sua sovranità, il sacrificio di riscatto di Gesù, la risurrezione e il Regno. w13 15/2 1:17, 18

lunedì 8 dicembre 2014

Lunedì 8

Fa tutto il possibile per presentarti approvato a Dio, operaio che non abbia nulla di cui vergognarsi (2 Tim. 2:15)



È stato detto che la vita può essere capita guardando indietro, ma che deve essere vissuta guardando avanti. Quindi, invece di rimuginare sul passato, dovremmo preoccuparci del presente e del futuro. Mentre la grande tribolazione si avvicina, non vogliamo essere tormentati da pensieri come: "Avrei potuto fare di più per servire Dio? Perché non ho fatto il pioniere quando ne avevo la possibilità? Che cosa mi ha impedito di diventare un servitore di ministero? Ho fatto davvero tutto il possibile per rivestire la nuova personalità? Sono il tipo di persona che Geova desidera avere nel nuovo mondo?" Mentre riflettiamo su queste domande, però, non preoccupiamoci solo di quello che non abbiamo fatto in passato; utilizziamole per autoesaminarci e accertarci che stiamo facendo del nostro meglio per servire Geova. Altrimenti potremmo continuare a vivere in un modo che ci farebbe avere ancora più rimpianti in futuro. w13 15/1 4:13, 14

domenica 7 dicembre 2014

Domenica 7

Dio non è parziale, ma in ogni nazione l'uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto (Atti 10:34, 35)



Considerare inferiori coloro che vengono da altri paesi è indice di mancanza di rispetto, e chi manifesta questo atteggiamento dimostra di non conoscere i fatti. Al riguardo un'opera afferma: "Gli uomini di tutte le razze del genere umano sono ciò che la Bibbia dice che sono: fratelli" (The Races of Mankind). Per quanto possano essere diversi tra loro, i fratelli rimangono fratelli. A prescindere dal luogo in cui viviamo, in mezzo a noi ci sono stranieri. Ce n'erano anche tra gli antichi israeliti, che grazie al patto della Legge godevano di una speciale relazione con Geova Dio. Sebbene quegli stranieri non avessero i medesimi diritti degli israeliti, questi dovevano comunque trattarli in modo equo e rispettoso. Davvero un ottimo esempio per noi! Tra i veri cristiani non si deve trovare traccia di parzialità o pregiudizio. w12 15/12 4:1, 2

sabato 6 dicembre 2014

Sabato 6

Noi cammineremo nel nome di Geova nostro Dio a tempo indefinito, sì, per sempre (Mic. 4:5)



Camminare nel nome di Dio comporta almeno tre azioni. Primo, dobbiamo proclamare tale nome ad altri, consapevoli del fatto che solo chi "invoca il nome di Geova sarà salvato" (Rom. 10:13). Secondo, dobbiamo rispecchiare le Sue qualità, e in particolare l'amore (1 Giov. 4:8). Terzo, dobbiamo sottometterci con gioia ai suoi giusti princìpi, per non recare biasimo sul suo santo nome (1 Giov. 5:3). Siamo decisi a "[camminare] nel nome di Geova nostro Dio a tempo indefinito"? Noi abbiamo scelto di conoscere Geova. Siamo orgogliosi di portare il suo nome e di essere il suo popolo ubbidiente. Pertanto guardiamo al futuro con fiducia, certi dell'adempimento di Salmo 9:10: "Quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, poiché certamente non lascerai quelli che ti cercano, o Geova". w13 15/3 5:16-18

Venerdì 5

Molti dei governanti riposero effettivamente fede in Gesù, ma a causa dei farisei non lo confessavano (Giov. 12:42)



Sarebbe stato molto meglio se quei governanti non avessero dato troppa importanza a ciò che pensavano i farisei. Gesù indicò chiaramente il motivo per cui molti non lo avrebbero 'ricevuto' e non avrebbero riposto fede in lui (Giov. 5:39-44). La nazione di Israele aveva atteso per secoli l'arrivo del Messia. All'inizio del ministero di Gesù, grazie alle profezie di Daniele alcuni forse capirono che era arrivato il tempo in cui sarebbe comparso il Cristo. Mesi prima, infatti, vedendo che Giovanni il Battezzatore predicava, alcuni si erano chiesti: "Che sia lui il Cristo?" (Luca 3:15). Ma quelli che erano versati nella Legge non accettarono Gesù quale Messia. Come mai? Gesù identificò il problema con queste parole: "Come potete credere, quando accettate la gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene dal solo Dio?" w13 15/2 4:6, 7

giovedì 4 dicembre 2014

Giovedì 4

Non potete essere schiavi di Dio e della Ricchezza (Matt. 6:24)



Non c'è nulla di male nel denaro in sé, e non è neppure sbagliato fare affari in maniera onesta (Eccl. 7:12; Luca 19:12, 13). Farci prendere dall'"amore del denaro", tuttavia, non potrà che allontanarci da Geova (1 Tim. 6:9, 10). "L'ansietà di questo sistema", ovvero l'eccessiva preoccupazione di non riuscire a procurarci il necessario, può soffocare la nostra spiritualità. Lo stesso effetto può averlo "il potere ingannatore delle ricchezze", cioè l'erronea convinzione che la ricchezza rechi felicità e sicurezza durature (Matt. 13:22). Chi ha un concetto distorto del denaro rischia di finire per fare qualcosa di sbagliato (Prov. 28:20). Allettati da promesse di soldi facili e veloci, alcuni hanno acquistato biglietti della lotteria o sono entrati in strutture di marketing piramidale, magari coinvolgendo altri componenti della congregazione. Altri ancora si sono lasciati ingannare da proposte di investimenti finanziari con rendimenti inverosimilmente elevati. Non facciamoci abbindolare a causa della nostra stessa avidità. Usiamo buon senso. Se una proposta ci sembra troppo bella per essere vera, probabilmente lo è. w13 15/1 3:11, 12

mercoledì 3 dicembre 2014

Mercoledì 3

È egli l'Iddio dei soli giudei? Non lo è anche della gente delle nazioni? (Rom. 3:29)



Sebbene nell'antico Israele gli stranieri non avessero i medesimi diritti degli israeliti, questi dovevano comunque trattarli in modo equo e rispettoso. Gli stranieri traevano beneficio dal vivere a stretto contatto con gli israeliti di nascita. Questo era in armonia con il pensiero di Geova sull'argomento espresso dall'apostolo Paolo nella scrittura di oggi. Grazie al nuovo patto la congregazione dei cristiani unti sostituì l'Israele letterale, divenendo la nazione con cui Dio avrebbe avuto una speciale relazione. Essa è pertanto chiamata l'"Israele di Dio" (Gal. 6:16). Come spiegò Paolo, in questa nuova nazione "non c'è né greco né giudeo, né circoncisione né incirconcisione, straniero, scita, schiavo, libero, ma Cristo è ogni cosa e in tutti" (Col. 3:11). In questo senso, dunque, nella congregazione cristiana non ci sarebbero stati stranieri. w12 15/12 4:2-4

martedì 2 dicembre 2014

Martedì 2

Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento (Prov. 3:5)



Geova ha affidato agli anziani cristiani la responsabilità di trattare i casi di trasgressione che si verificano nella congregazione. Questi fratelli non possono conoscere e comprendere pienamente la situazione come Geova, ma cercano comunque di giungere a una conclusione che sia in armonia con le istruzioni contenute nella Parola di Dio e con la guida dello spirito santo. Pertanto, le decisioni che prendono in casi del genere dopo aver chiesto l'aiuto di Geova in preghiera riflettono il suo punto di vista (Matt. 18:18). È qui che entra in gioco la lealtà. Quando gli anziani concludono che una persona è pentita, siamo disposti a perdonarla e a confermarle il nostro amore? (2 Cor. 2:5-8). Può non essere facile, specialmente se noi o un nostro familiare siamo stati danneggiati dalla trasgressione. Nondimeno, se confideremo in Geova e nel suo modo di affrontare i problemi per mezzo della congregazione agiremo con saggezza, e dimostreremo davvero che perdoniamo liberalmente. w12 15/11 5:16, 17

lunedì 1 dicembre 2014

Lunedì 1

Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà (Ebr. 10:7)



Con questa affermazione densa di significato Gesù si presentò a Dio per adempiere tutte le profezie circa il Seme promesso, compresa quella secondo cui Satana gli avrebbe 'schiacciato il calcagno' (Gen. 3:15). Nessun altro essere umano si è mai offerto per un compito così difficile. Dal cielo Geova espresse completa fiducia in suo Figlio (Luca 3:21, 22). Gesù era sempre coerente con quello che predicava: il suo sì significava sì (Matt. 5:37). Non permise a niente di distoglierlo dal compito affidatogli dal Padre. Predicò la buona notizia del Regno e fece discepoli di tutti coloro che Dio faceva venire a lui (Giov. 6:44). La Bibbia ci fa capire fino a che punto Gesù mantenne il suo impegno di fare la volontà di Dio con queste parole ben note: "Per quante siano le promesse di Dio, sono state Sì per mezzo di lui" (2 Cor. 1:20). In quanto al mantenere la parola data al Padre, Gesù è davvero il massimo esempio. w12 15/10 4:3, 4