mercoledì 3 dicembre 2014

Mercoledì 3

È egli l'Iddio dei soli giudei? Non lo è anche della gente delle nazioni? (Rom. 3:29)



Sebbene nell'antico Israele gli stranieri non avessero i medesimi diritti degli israeliti, questi dovevano comunque trattarli in modo equo e rispettoso. Gli stranieri traevano beneficio dal vivere a stretto contatto con gli israeliti di nascita. Questo era in armonia con il pensiero di Geova sull'argomento espresso dall'apostolo Paolo nella scrittura di oggi. Grazie al nuovo patto la congregazione dei cristiani unti sostituì l'Israele letterale, divenendo la nazione con cui Dio avrebbe avuto una speciale relazione. Essa è pertanto chiamata l'"Israele di Dio" (Gal. 6:16). Come spiegò Paolo, in questa nuova nazione "non c'è né greco né giudeo, né circoncisione né incirconcisione, straniero, scita, schiavo, libero, ma Cristo è ogni cosa e in tutti" (Col. 3:11). In questo senso, dunque, nella congregazione cristiana non ci sarebbero stati stranieri. w12 15/12 4:2-4