mercoledì 31 dicembre 2014

Mercoledì 31

Dal cuore vengono malvagi ragionamenti, assassinii, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, bestemmie (Matt. 15:19)



Se un fratello avesse un cuore così insensibile da commettere adulterio o fornicazione senza pentirsi potrebbe perdere il favore di Dio in modo permanente. Ma anche chi non ha commesso un peccato simile potrebbe lasciare che nel suo cuore cresca un desiderio errato (Matt. 5:27, 28). In questi casi è utile fare un autoesame. Se scrutassimo il nostro cuore, vi troveremmo dei sentimenti non appropriati verso una persona dell'altro sesso? Vi scorgeremmo desideri reconditi che Dio non approva e che quindi vanno estirpati? O forse un fratello non arriverebbe a commettere "assassinii", ma potrebbe permettere al rancore di avvelenargli il cuore al punto da odiare un compagno di fede (Lev. 19:17). Riuscirà a eliminare tali sentimenti che potrebbero rendere insensibile il suo cuore? (Matt. 5:21, 22). w13 15/3 2:13, 14

martedì 30 dicembre 2014

Martedì 30

Amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio (Giov. 12:43)



Com'è possibile che la gloria che si riceve dagli uomini eclissi quella divina? Possiamo comprenderlo paragonando la gloria alla luce. Il maestoso universo è incredibilmente glorioso. Quand'è stata l'ultima volta che avete rivolto lo sguardo verso il cielo stellato in una notte serena e ne siete rimasti affascinati? "La gloria delle stelle" è impressionante (1 Cor. 15:40, 41). Ma se si prova a guardare il cielo da una città ben illuminata, sarà molto più difficile vedere la luce delle stelle. Significa questo che le luci della città sono più belle o più intense della luce delle stelle? No. Sono solo più vicine a noi e interferiscono su ciò che riusciamo a vedere della creazione di Geova. In maniera analoga, la gloria umana può far apparire meno preziosa la gloria che viene da Geova. w13 15/2 4:6, 8, 9

Lunedì 29

Non che noi siamo i signori sulla vostra fede, poiché voi state in piedi mediante la vostra fede (2 Cor. 1:24)



Con queste parole Paolo stava sottolineando che i fratelli di Corinto rimanevano saldi non grazie a lui o a qualche altro essere umano, ma grazie alla loro fede in Dio. Perciò Paolo non riteneva di dover controllare la fede dei suoi fratelli, né desiderava farlo. Era convinto che fossero cristiani fedeli che volevano fare ciò che è giusto (2 Cor. 2:3). Oggi gli anziani imitano il suo esempio riponendo fiducia nella fede dei fratelli e nelle ragioni che li spingono a servire Dio (2 Tess. 3:4). Invece di imporre alla congregazione rigide regole, seguono i princìpi scritturali e le istruzioni dell'organizzazione di Geova. In fin dei conti, gli odierni anziani non sono i signori sulla fede dei loro fratelli (1 Piet. 5:2, 3). w13 15/1 5:3

domenica 28 dicembre 2014

Domenica 28

Glorificherò il tuo nome a tempo indefinito (Sal. 86:12)



In generale le chiese della cristianità hanno preso le distanze dal nome di Dio. Ad esempio, nella prefazione della Revised Standard Version si legge: "L'uso di un qualsiasi nome proprio per il solo e unico Dio [...] è decisamente inadeguato alla fede universale della chiesa cristiana". I testimoni di Geova, invece, sono fieri di portare il nome divino e di glorificarlo (Isa. 43:10). Inoltre per noi è un onore comprendere il significato di questo nome e della contesa universale relativa alla sua santificazione (Matt. 6:9). Conoscere il nome di Dio implica molto di più che sapere semplicemente che esso è Geova. Significa anche conoscere la reputazione di Colui che lo porta, le sue qualità, il suo proposito e le sue attività così come sono rivelati nella Bibbia, nonché il modo in cui tratta chi lo serve. Ovviamente Geova concede questo intendimento in modo progressivo, man mano che il suo proposito si adempie (Prov. 4:18). w13 15/3 5:1-3

sabato 27 dicembre 2014

Sabato 27

Abraamo fu chiamato "amico di Geova" (Giac. 2:23)



Dio promise che attraverso Abraamo e i suoi discendenti tutte le famiglie della terra, non solo una nazione, sarebbero state benedette (Gen. 22:15-18). Anche se questa promessa di Dio si sarebbe adempiuta in un futuro lontano, Abraamo era convinto che si sarebbe realizzata. Per più di metà della sua vita vagò da un luogo all'altro con la sua famiglia, e il suo rapporto di amicizia con Geova non si interruppe mai. Sebbene Abraamo non sapesse quanto avrebbe dovuto aspettare prima di vedere realizzata la sua speranza, il suo amore e la sua devozione nei confronti di Dio non vacillarono mai. Abraamo si mantenne concentrato e non cercò di stabilirsi come residente permanente in qualche nazione (Ebr. 11:14, 15). Seguire il suo esempio vivendo una vita semplice, non preoccupandosi troppo dei possedimenti materiali e non inseguendo la carriera o il prestigio sociale è davvero saggio! Come Abraamo, anche noi attendiamo qualcosa di molto migliore. w12 15/12 4:7-9

venerdì 26 dicembre 2014

Venerdì 26

Betsabea mandò a riferirlo a Davide, dicendo: "Sono incinta" (2 Sam. 11:5)



Anziché far condannare Davide e Betsabea a morte per adulterio da giudici umani secondo le disposizioni della Legge mosaica, Geova, in maniera misericordiosa, si occupò personalmente del loro giudizio (Lev. 20:10). È possibile che sulla sua decisione di perdonare Davide abbia influito la misericordia che Davide stesso aveva mostrato a Saul (1 Sam. 24:4-7; 2 Sam. 12:13). Come spiegò Gesù, Geova ci tratta nel modo in cui noi trattiamo gli altri. "Smettete di giudicare affinché non siate giudicati", disse Gesù; "poiché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi" (Matt. 7:1, 2). È un enorme sollievo sapere che Geova è disposto a perdonare i nostri peccati, anche gravi come l'adulterio e l'omicidio. Ma ci perdonerà solo se siamo pronti a perdonare, se gli confessiamo i nostri peccati e se mostriamo di aver cambiato atteggiamento. Quando un peccatore si pente sinceramente, da Geova vengono "stagioni di ristoro" (Atti 3:19). w12 15/11 4:9, 10

giovedì 25 dicembre 2014

Giovedì 25

Che farò, Signore? (Atti 22:10)



Con questa domanda sincera Paolo, allora conosciuto come Saulo, rispose al glorificato Signore Gesù che gli era apparso in visione per farlo smettere di perseguitare i suoi discepoli. In seguito a questo episodio egli si pentì umilmente della sua precedente condotta, si battezzò e accettò lo speciale incarico di rendere testimonianza riguardo a Gesù alle nazioni. Paolo diffuse zelantemente il messaggio del Regno in tutta l'Asia Minore, spingendosi fino in Europa, e fondò molte congregazioni che poi tornò a visitare. Continuò a riferirsi a Gesù come al suo "Signore", e il modo in cui visse la restante parte della sua vita terrena dimostrò che lo considerava davvero tale (Atti 22:6-16; 2 Cor. 4:5; 2 Tim. 4:8). L'apostolo Paolo fu diverso da quelli di cui Gesù aveva detto: "Perché dunque mi chiamate 'Signore! Signore!' ma non fate le cose che dico?" (Luca 6:46). Gesù si aspetta che tutti coloro che lo accettano come loro Signore tengano fede all'impegno preso come fece Paolo. w12 15/10 4:5, 6

mercoledì 24 dicembre 2014

Mercoledì 24

Prenditi moglie dalle figlie di Labano (Gen. 28:2)



Ubbidendo a Isacco, Giacobbe lasciò la sicurezza della famiglia, che viveva in Canaan, per affrontare, a quanto pare da solo, un viaggio di centinaia di chilometri fino ad Haran (Gen. 28:10). Forse si domandava: "Per quanto tempo dovrò stare lontano? Mio zio mi farà una buona accoglienza e mi darà una moglie timorata di Dio?" Se questi dubbi affollavano la sua mente, sparirono quando Geova gli apparve in sogno e gli disse: "Ecco, io sono con te e certamente ti custodirò in tutta la via per la quale andrai e certamente ti farò tornare in questo suolo, perché non ti lascerò finché non avrò realmente fatto ciò che ti ho proferito" (Gen. 28:15). Come dovette sentirsi rassicurato e confortato Giacobbe da queste parole! Non facciamo fatica a immaginarlo mentre ora avanza spinto dal desiderio di vedere come Dio manterrà la sua promessa. Se avete lasciato casa, magari per prestare servizio in un paese straniero, probabilmente avete provato gli stessi sentimenti contrastanti che provò Giacobbe. Avete però sperimentato la cura di Geova nei vostri confronti. w13 15/3 4:6, 7

martedì 23 dicembre 2014

Martedì 23

Negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili (2 Tim. 3:1)



Perfino alcune persone che non conoscono Dio sono convinte che la società attuale non possa andare avanti così ancora per molto. Temendo l'imminenza di un disastro, seguono la filosofia del "mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo" (1 Cor. 15:32). Noi, invece, non abbiamo paura. Ci rifiutiamo di isolarci al solo scopo di soddisfare i nostri desideri egoistici (Prov. 18:1). Al contrario, rinneghiamo noi stessi e impieghiamo generosamente tempo, energie e altre risorse per diffondere la buona notizia del Regno di Dio (Matt. 16:24). Proviamo gioia nel servire Dio, e soprattutto nell'aiutare le persone a conoscerlo. Nel mondo di Satana però sono in molti a odiarci, per cui è possibile che veniamo perseguitati per la nostra fede (Giov. 15:19; 16:2). Ma non verremo meno. Al contrario, ci avvicineremo a Geova più di quanto avremmo mai immaginato fosse possibile (Giac. 1:2-4; 4:8). w12 15/9 4:7 9

lunedì 22 dicembre 2014

Lunedì 22

Il cuore è più ingannevole di qualunque altra cosa ed è difficile da correggere. Chi lo può conoscere? (Ger. 17:9)



Due questioni di primaria importanza sono il nostro atteggiamento verso il sesso e il concetto che abbiamo del matrimonio. Coloro che non sono ancora cittadini del Regno di Dio forse condonano l'omosessualità, considerano la pornografia un divertimento innocuo e ritengono che adulterio e divorzio siano questioni del tutto personali. Ma i cittadini del Regno hanno abbandonato tali modi di pensare miopi ed egocentrici. Anche coloro che, prima di diventare cristiani, conducevano uno stile di vita immorale ora considerano il sesso e il matrimonio come doni di Dio. Vedono con grande rispetto le alte norme di Geova e concordano di cuore sul fatto che chi continua a disubbidire alle leggi divine sul sesso e sul matrimonio non è degno di essere cittadino del Regno (1 Cor. 6:9-11). D'altra parte riconoscono anche che il cuore è ingannevole. Perciò sono grati di ricevere consigli specifici che li aiutano a continuare a ubbidire alle leggi di Dio. w12 15/8 2:9

domenica 21 dicembre 2014

Domenica 21

Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini (1 Cor. 15:33)



Consideriamo anche i seguenti versetti: "Non mi sono seduto con uomini di falsità; e non entro con quelli che nascondono ciò che sono" (Sal. 26:4). "Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male" (Prov. 13:20). Quali preziose lezioni possiamo imparare da essi? (1) Geova vuole che siamo selettivi nella scelta delle amicizie. Vuole proteggerci sia moralmente che spiritualmente. (2) È un fatto assodato che le persone che frequentiamo influiscono su di noi, in bene o in male. Il modo in cui questi versetti sono formulati mostra che Geova fa appello al nostro cuore. Si noti infatti che nessuno di essi consiste in un divieto, del tipo 'non devi fare questo o quello'. Al contrario si limitano a enunciare dei fatti. In effetti Geova ci sta dicendo: 'Le cose stanno così. Cosa farai? Cosa c'è nel tuo cuore?' w12 15/7 2:11, 12

sabato 20 dicembre 2014

Sabato 20

Il monte degli ulivi si deve fendere per il mezzo (Zacc. 14:4)



Cosa rappresenta questo monte? In che senso si sarebbe dovuto "fendere per il mezzo" così da formare due monti? E perché Geova li definisce "miei monti"? (Zacc. 14:5). Nella Bibbia i monti possono rappresentare regni o governi. Inoltre benedizioni e protezione sono messe in relazione al monte di Dio (Sal. 72:3; Isa. 25:6, 7). Perciò, il "monte degli ulivi" a est di Gerusalemme sul quale si trova Dio rappresenta la sovranità universale di Geova, la sua suprema autorità. Cosa indica la divisione del "monte degli ulivi"? Il monte si divide nel senso che Geova istituisce un governo secondario, ovvero il Regno messianico retto da Gesù Cristo. Questo spiega perché Geova parla dei due monti che si originano da quella divisione come dei "miei monti". w13 15/2 3:8, 9

Venerdì 19

Gli occhi di Geova sono sopra i giusti, e i suoi orecchi sono volti alla loro supplicazione (1 Piet. 3:12)



L'intimità con Geova non si crea dall'oggi al domani; ci vuole tempo per conoscerlo e imparare ad amarlo. Perciò, per conoscerlo meglio come persona, dobbiamo assicurarci di leggere la sua Parola ogni giorno. Gli amici di Dio crescono spiritualmente grazie a preghiere sincere e buone compagnie (Mal. 3:16). Come un padre amorevole, egli è attento alle nostre richieste di aiuto; perciò dobbiamo essere "costanti nella preghiera" (Rom. 12:12). Non possiamo rimanere cristiani rigogliosi senza il sostegno di Dio; le pressioni a cui siamo sottoposti in questo sistema sono troppo forti per affrontarle da soli. Se non perseveriamo nella preghiera, ci precludiamo l'accesso a quella riserva di forza che Geova ha sia il desiderio che la capacità di fornire. Siamo soddisfatti della qualità delle nostre preghiere, o ci rendiamo conto di dover migliorare? (Ger. 16:19). w13 15/3 3:11, 12

giovedì 18 dicembre 2014

Giovedì 18

Chi confida nelle sue ricchezze, egli stesso cadrà (Prov. 11:28)



Quando mettiamo al primo posto "il regno e la Sua giustizia", Geova benedice i nostri ragionevoli sforzi di procurarci da vivere (Matt. 6:33; Efes. 4:28). Non vuole che ci addormentiamo all'adunanza perché veniamo da ore e ore di straordinario o che, mentre siamo in sala, la nostra mente sia occupata da questioni economiche. Sono in molti nella società attuale a credere che l'unico modo per assicurarsi un futuro sereno e magari godersi la vita più avanti sia quello di buttarsi a capofitto nel fare soldi. Spesso queste persone spingono i propri figli a inseguire lo stesso obiettivo materialistico. Gesù mostrò che tale punto di vista è irragionevole (Luca 12:15-21). Forse ci viene in mente Gheazi, che pensò di poter assecondare la propria avidità e al tempo stesso continuare ad avere l'approvazione di Geova (2 Re 5:20-27). Puntare su risparmi, investimenti o sulla propria capacità di fare soldi equivale a puntare sull'"iddio di questo sistema", Satana (2 Cor. 4:4; 1 Tim. 6:17). w13 15/1 3:13, 15

mercoledì 17 dicembre 2014

Mercoledì 17

Da dove si leva il sole fin dove tramonta, il mio nome sarà grande fra le nazioni (Mal. 1:11)



L'apostasia iniziò a corrompere la primitiva congregazione cristiana, in particolare dopo la morte degli apostoli (2 Tess. 2:3-7). Alcuni falsi insegnanti addirittura adottarono la tradizione ebraica di non usare il nome divino. Ma Geova non avrebbe mai permesso che il suo illustre nome fosse eliminato! È vero che non se ne conosce più l'esatta pronuncia, ma il nome è giunto fino a noi. Nel corso dei secoli è comparso in diverse traduzioni bibliche, come pure negli scritti di vari studiosi della Bibbia. Per i servitori di Dio il 1931 fu un anno particolarmente memorabile: fu allora che gli Studenti Biblici Internazionali - come erano chiamati all'epoca i servitori di Dio - adottarono il nome scritturale di Testimoni di Geova (Isa. 43:10-12). Annunciarono così al mondo che erano orgogliosi di essere servitori dell'unico vero Dio, di essere "un popolo per il suo nome" e di onorare tale nome (Atti 15:14). w13 15/3 5:14, 15

martedì 16 dicembre 2014

Martedì 16

Vidi un'altra bestia selvaggia (Riv. 13:11)



Giovanni vide in visione una bestia selvaggia con due corna che parlava come un dragone. Cosa rappresenta questa strana bestia? Ha due corna a indicare che si tratta di una potenza duplice. Giovanni stava vedendo la potenza mondiale anglo-americana in un ruolo speciale (Riv. 13:11-15). Questa bestia selvaggia promuove la realizzazione di un'immagine della bestia selvaggia con sette teste. Giovanni scrisse che tale immagine sarebbe apparsa, scomparsa e poi sorta di nuovo. Questo è proprio ciò che successe a un'organizzazione voluta dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, un'organizzazione che si proponeva di unire e rappresentare i regni del mondo. Essa fece la sua comparsa dopo la prima guerra mondiale con il nome di Società delle Nazioni e scomparve allo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante quella guerra il popolo di Dio dichiarò che, secondo la profezia di Rivelazione, l'immagine della bestia selvaggia sarebbe sorta di nuovo. E questo è ciò che accadde quando furono fondate le Nazioni Unite (Riv. 17:8). w12 15/6 2:12, 13

lunedì 15 dicembre 2014

Lunedì 15

Se qualcuno, per coscienza verso Dio, sopporta cose dolorose e soffre ingiustamente, questa è cosa gradita (1 Piet. 2:19)



Volendo piacere a Geova, quasi tutti i cristiani non sposati scelgono come coniuge un compagno di fede. Anche in questo caso, però, le circostanze possono prendere una piega inaspettata. In rari casi può capitare che uno dei coniugi cominci a soffrire di un serio disturbo emotivo o che venga disassociato. Cosa può fare un cristiano se teme che il proprio matrimonio sia irrimediabilmente compromesso? Forse vi chiedete se è il caso di continuare a tentare di salvare il vostro matrimonio a tutti i costi. Nessuno può né deve prendere questa decisione per voi. Ciò nonostante, ci sono valide ragioni per non gettare la spugna anche se il vincolo matrimoniale si sta indebolendo. La persona devota che in tutta coscienza ritiene di dover sopportare le difficoltà legate a un matrimonio difficile è preziosa agli occhi di Dio (1 Piet. 2:20). Per mezzo della sua Parola e del suo spirito, Geova aiuterà il cristiano che ce la mette tutta per rafforzare un matrimonio in crisi. w12 15/5 2:10, 11

domenica 14 dicembre 2014

Domenica 14

Gionatan amava Davide come la sua propria anima (1 Sam. 18:1)



Gionatan era il figlio maggiore del re Saul e in quanto tale avrebbe probabilmente ereditato il trono d'Israele. Ma Geova aveva scelto Davide come successivo re della nazione. Gionatan rispettò la decisione di Dio e fece tutto il possibile per 'rafforzare la mano di Davide' fino al punto di rischiare la propria vita per difenderlo di fronte a Saul. Lealmente Gionatan disse a Davide: "Tu stesso sarai re su Israele e io stesso ti sarò secondo" (1 Sam. 20:30-34; 23:16, 17). Non c'è da meravigliarsi che, dopo la morte di Gionatan, Davide esprimesse il suo dolore e il suo affetto per lui in un canto di lutto (2 Sam. 1:17, 26). Gionatan era completamente sottomesso al Sovrano Geova, e sostenne pienamente Davide quale unto di Geova. Allo stesso modo oggi dovremmo sostenere di buon grado i fratelli che sono stati nominati per guidarci (1 Tess. 5:12, 13; Ebr. 13:17, 24). w12 15/4 2:8, 9

sabato 13 dicembre 2014

Sabato 13

Supponiamo che essi realmente mi dicano: "Qual è il suo nome?" Che dirò loro? (Eso. 3:13)



Dato che il nome di Dio era noto da tempo, perché Mosè fece questa domanda? Evidentemente voleva sapere di più sulla persona identificata da quel nome, qualcosa che potesse assicurare al popolo che Dio lo avrebbe davvero liberato. I timori che si celavano dietro la sua domanda erano legittimi: gli israeliti erano infatti schiavi da tempo, quindi si sarebbero probabilmente domandati se l'Iddio dei loro antenati potesse davvero liberarli. Tant'è vero che alcuni del popolo avevano persino cominciato ad adorare divinità egizie (Ezec. 20:7, 8). Quale fu la risposta di Geova alla domanda di Mosè? "Devi dire questo ai figli d'Israele: 'IO MOSTRERÒ D'ESSERE mi ha mandato a voi'". Mosè doveva inoltre dire: "Geova l'Iddio dei vostri antenati [...] mi ha mandato a voi". Con queste parole Dio rivelò qualcosa di molto importante: egli diventerà qualunque cosa decida per adempiere il suo proposito e manterrà sempre la sua parola (Eso. 3:14, 15). w13 15/3 5:4, 5

venerdì 12 dicembre 2014

Venerdì 12

I morti non sono consci di nulla (Eccl. 9:5)



Gli ebrei avevano tutti gli elementi per conoscere la verità riguardo ai morti. Tuttavia quando l'impero greco fu diviso fra i generali di Alessandro Magno si tentò di unire Giuda e Siria promuovendo la religione greca e la cultura ellenistica. Di conseguenza, gli ebrei adottarono i falsi insegnamenti relativi all'immortalità dell'anima e all'esistenza di un oltretomba di tormenti. Sebbene non disponesse delle Scritture, il giusto Giobbe conosceva la verità sulla condizione dei morti. Sapeva inoltre che, se fosse morto, Geova, il quale è un Dio amorevole, avrebbe desiderato fortemente di risuscitarlo (Giob. 14:13-15). Anche Abraamo credeva nella risurrezione (Ebr. 11:17-19). Visto che non si può risuscitare qualcuno che non può morire, quegli uomini devoti non credevano nell'immortalità dell'anima. Lo spirito di Dio senza dubbio aiutò Giobbe e Abraamo a capire la condizione dei morti e a riporre fede nella risurrezione. w13 15/2 2:12-14

giovedì 11 dicembre 2014

Giovedì 11

Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi (Giov. 13:35)



In qualità di discepoli di Cristo e testimoni di Geova dobbiamo amarci gli uni gli altri. Gesù disse che tale amore contraddistingue i veri cristiani. Comunque non ci limitiamo ad amare i fratelli: tutti abbiamo la possibilità e al tempo stesso la responsabilità di mostrare amore anche a chi non condivide la nostra fede. Inoltre abbiamo un'opera da compiere. Poiché ci ha dato un dono prezioso, la conoscenza della verità, Dio si aspetta che portiamo tale conoscenza ad altri (Matt. 28:19, 20). Dopo tutto far conoscere la verità è una dimostrazione di amore. Certo, ogni cristiano ha una situazione diversa, e non tutti possono dedicarsi al ministero nella stessa misura. Questo Geova lo capisce. Ciò che conta è che facciamo tutto il possibile; in questo modo manifestiamo amore altruistico per Geova e per il prossimo. w12 15/12 2:11 13, 14

Mercoledì 10

Le vostre richieste siano rese note a Dio (Filip. 4:6)



Quando ci ritroviamo alle strette, cerchiamo di pregare e meditare su cose degne di lode (Filip. 4:6-9). Con la forza che viene da Geova affronteremo qualsiasi prova e non permetteremo a una situazione difficile di trasformarsi in una pietra d'inciampo. Purtroppo, negli anni alcuni si sono fatti mettere fuori gara dall'imperfezione altrui, o hanno lasciato che divergenze d'opinione in questioni di coscienza diventassero pietre d'inciampo (1 Cor. 8:12, 13). Se qualcuno ci offende, ne facciamo un affare di stato? La Bibbia esorta i cristiani a smettere di giudicare, a perdonare e a non insistere sui propri diritti (Luca 6:37). Davanti a una potenziale pietra d'inciampo, chiediamoci: "Giudico gli altri sulla base dei miei criteri personali? Dato che so benissimo che i fratelli non sono perfetti, ha senso lasciare che l'imperfezione di uno di loro mi faccia abbandonare la corsa per la vita?" Se amiamo Geova, non permetteremo a nessun essere umano, qualunque cosa faccia, di impedirci di tagliare il traguardo. w13 15/3 1:18, 19

martedì 9 dicembre 2014

Martedì 9

La tua parola è verità (Giov. 17:17)



Nell'ebraico biblico il termine frequentemente reso "verità" si riferisce a qualcosa che è vero, degno di fiducia, fedele, fattuale. La parola greca per "verità" denota conformità ai fatti o a ciò che è giusto e appropriato. Geova ha preservato la verità spirituale e ci ha reso sempre più disponibile la conoscenza d'essa (2 Giov. 1, 2). La nostra comprensione della verità migliora costantemente, poiché "il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito" (Prov. 4:18). Non possiamo che essere d'accordo con l'affermazione di Gesù contenuta nella scrittura di oggi. La Parola di Dio contiene "la verità della buona notizia", cioè l'insieme degli insegnamenti cristiani (Gal. 2:14). Tra questi vi sono i fatti riguardanti il nome di Geova, la sua sovranità, il sacrificio di riscatto di Gesù, la risurrezione e il Regno. w13 15/2 1:17, 18

lunedì 8 dicembre 2014

Lunedì 8

Fa tutto il possibile per presentarti approvato a Dio, operaio che non abbia nulla di cui vergognarsi (2 Tim. 2:15)



È stato detto che la vita può essere capita guardando indietro, ma che deve essere vissuta guardando avanti. Quindi, invece di rimuginare sul passato, dovremmo preoccuparci del presente e del futuro. Mentre la grande tribolazione si avvicina, non vogliamo essere tormentati da pensieri come: "Avrei potuto fare di più per servire Dio? Perché non ho fatto il pioniere quando ne avevo la possibilità? Che cosa mi ha impedito di diventare un servitore di ministero? Ho fatto davvero tutto il possibile per rivestire la nuova personalità? Sono il tipo di persona che Geova desidera avere nel nuovo mondo?" Mentre riflettiamo su queste domande, però, non preoccupiamoci solo di quello che non abbiamo fatto in passato; utilizziamole per autoesaminarci e accertarci che stiamo facendo del nostro meglio per servire Geova. Altrimenti potremmo continuare a vivere in un modo che ci farebbe avere ancora più rimpianti in futuro. w13 15/1 4:13, 14

domenica 7 dicembre 2014

Domenica 7

Dio non è parziale, ma in ogni nazione l'uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto (Atti 10:34, 35)



Considerare inferiori coloro che vengono da altri paesi è indice di mancanza di rispetto, e chi manifesta questo atteggiamento dimostra di non conoscere i fatti. Al riguardo un'opera afferma: "Gli uomini di tutte le razze del genere umano sono ciò che la Bibbia dice che sono: fratelli" (The Races of Mankind). Per quanto possano essere diversi tra loro, i fratelli rimangono fratelli. A prescindere dal luogo in cui viviamo, in mezzo a noi ci sono stranieri. Ce n'erano anche tra gli antichi israeliti, che grazie al patto della Legge godevano di una speciale relazione con Geova Dio. Sebbene quegli stranieri non avessero i medesimi diritti degli israeliti, questi dovevano comunque trattarli in modo equo e rispettoso. Davvero un ottimo esempio per noi! Tra i veri cristiani non si deve trovare traccia di parzialità o pregiudizio. w12 15/12 4:1, 2

sabato 6 dicembre 2014

Sabato 6

Noi cammineremo nel nome di Geova nostro Dio a tempo indefinito, sì, per sempre (Mic. 4:5)



Camminare nel nome di Dio comporta almeno tre azioni. Primo, dobbiamo proclamare tale nome ad altri, consapevoli del fatto che solo chi "invoca il nome di Geova sarà salvato" (Rom. 10:13). Secondo, dobbiamo rispecchiare le Sue qualità, e in particolare l'amore (1 Giov. 4:8). Terzo, dobbiamo sottometterci con gioia ai suoi giusti princìpi, per non recare biasimo sul suo santo nome (1 Giov. 5:3). Siamo decisi a "[camminare] nel nome di Geova nostro Dio a tempo indefinito"? Noi abbiamo scelto di conoscere Geova. Siamo orgogliosi di portare il suo nome e di essere il suo popolo ubbidiente. Pertanto guardiamo al futuro con fiducia, certi dell'adempimento di Salmo 9:10: "Quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, poiché certamente non lascerai quelli che ti cercano, o Geova". w13 15/3 5:16-18

Venerdì 5

Molti dei governanti riposero effettivamente fede in Gesù, ma a causa dei farisei non lo confessavano (Giov. 12:42)



Sarebbe stato molto meglio se quei governanti non avessero dato troppa importanza a ciò che pensavano i farisei. Gesù indicò chiaramente il motivo per cui molti non lo avrebbero 'ricevuto' e non avrebbero riposto fede in lui (Giov. 5:39-44). La nazione di Israele aveva atteso per secoli l'arrivo del Messia. All'inizio del ministero di Gesù, grazie alle profezie di Daniele alcuni forse capirono che era arrivato il tempo in cui sarebbe comparso il Cristo. Mesi prima, infatti, vedendo che Giovanni il Battezzatore predicava, alcuni si erano chiesti: "Che sia lui il Cristo?" (Luca 3:15). Ma quelli che erano versati nella Legge non accettarono Gesù quale Messia. Come mai? Gesù identificò il problema con queste parole: "Come potete credere, quando accettate la gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene dal solo Dio?" w13 15/2 4:6, 7

giovedì 4 dicembre 2014

Giovedì 4

Non potete essere schiavi di Dio e della Ricchezza (Matt. 6:24)



Non c'è nulla di male nel denaro in sé, e non è neppure sbagliato fare affari in maniera onesta (Eccl. 7:12; Luca 19:12, 13). Farci prendere dall'"amore del denaro", tuttavia, non potrà che allontanarci da Geova (1 Tim. 6:9, 10). "L'ansietà di questo sistema", ovvero l'eccessiva preoccupazione di non riuscire a procurarci il necessario, può soffocare la nostra spiritualità. Lo stesso effetto può averlo "il potere ingannatore delle ricchezze", cioè l'erronea convinzione che la ricchezza rechi felicità e sicurezza durature (Matt. 13:22). Chi ha un concetto distorto del denaro rischia di finire per fare qualcosa di sbagliato (Prov. 28:20). Allettati da promesse di soldi facili e veloci, alcuni hanno acquistato biglietti della lotteria o sono entrati in strutture di marketing piramidale, magari coinvolgendo altri componenti della congregazione. Altri ancora si sono lasciati ingannare da proposte di investimenti finanziari con rendimenti inverosimilmente elevati. Non facciamoci abbindolare a causa della nostra stessa avidità. Usiamo buon senso. Se una proposta ci sembra troppo bella per essere vera, probabilmente lo è. w13 15/1 3:11, 12

mercoledì 3 dicembre 2014

Mercoledì 3

È egli l'Iddio dei soli giudei? Non lo è anche della gente delle nazioni? (Rom. 3:29)



Sebbene nell'antico Israele gli stranieri non avessero i medesimi diritti degli israeliti, questi dovevano comunque trattarli in modo equo e rispettoso. Gli stranieri traevano beneficio dal vivere a stretto contatto con gli israeliti di nascita. Questo era in armonia con il pensiero di Geova sull'argomento espresso dall'apostolo Paolo nella scrittura di oggi. Grazie al nuovo patto la congregazione dei cristiani unti sostituì l'Israele letterale, divenendo la nazione con cui Dio avrebbe avuto una speciale relazione. Essa è pertanto chiamata l'"Israele di Dio" (Gal. 6:16). Come spiegò Paolo, in questa nuova nazione "non c'è né greco né giudeo, né circoncisione né incirconcisione, straniero, scita, schiavo, libero, ma Cristo è ogni cosa e in tutti" (Col. 3:11). In questo senso, dunque, nella congregazione cristiana non ci sarebbero stati stranieri. w12 15/12 4:2-4

martedì 2 dicembre 2014

Martedì 2

Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento (Prov. 3:5)



Geova ha affidato agli anziani cristiani la responsabilità di trattare i casi di trasgressione che si verificano nella congregazione. Questi fratelli non possono conoscere e comprendere pienamente la situazione come Geova, ma cercano comunque di giungere a una conclusione che sia in armonia con le istruzioni contenute nella Parola di Dio e con la guida dello spirito santo. Pertanto, le decisioni che prendono in casi del genere dopo aver chiesto l'aiuto di Geova in preghiera riflettono il suo punto di vista (Matt. 18:18). È qui che entra in gioco la lealtà. Quando gli anziani concludono che una persona è pentita, siamo disposti a perdonarla e a confermarle il nostro amore? (2 Cor. 2:5-8). Può non essere facile, specialmente se noi o un nostro familiare siamo stati danneggiati dalla trasgressione. Nondimeno, se confideremo in Geova e nel suo modo di affrontare i problemi per mezzo della congregazione agiremo con saggezza, e dimostreremo davvero che perdoniamo liberalmente. w12 15/11 5:16, 17

lunedì 1 dicembre 2014

Lunedì 1

Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà (Ebr. 10:7)



Con questa affermazione densa di significato Gesù si presentò a Dio per adempiere tutte le profezie circa il Seme promesso, compresa quella secondo cui Satana gli avrebbe 'schiacciato il calcagno' (Gen. 3:15). Nessun altro essere umano si è mai offerto per un compito così difficile. Dal cielo Geova espresse completa fiducia in suo Figlio (Luca 3:21, 22). Gesù era sempre coerente con quello che predicava: il suo sì significava sì (Matt. 5:37). Non permise a niente di distoglierlo dal compito affidatogli dal Padre. Predicò la buona notizia del Regno e fece discepoli di tutti coloro che Dio faceva venire a lui (Giov. 6:44). La Bibbia ci fa capire fino a che punto Gesù mantenne il suo impegno di fare la volontà di Dio con queste parole ben note: "Per quante siano le promesse di Dio, sono state Sì per mezzo di lui" (2 Cor. 1:20). In quanto al mantenere la parola data al Padre, Gesù è davvero il massimo esempio. w12 15/10 4:3, 4

domenica 30 novembre 2014

Domenica 30

Continua a tenere il modello di sane parole (2 Tim. 1:13)



Le "sane parole" si trovano nella Parola di Dio (1 Tim. 6:3). Tale "modello" ci dà un'idea generale di ciò che Geova richiede da noi, un po' come lo schizzo di un artista ritrae il soggetto con tratti essenziali. Con la conoscenza acquistiamo anche fede. Ma dopo averle acquistate dovremmo continuare a farle crescere (2 Tess. 1:3). La crescita implica una serie di cambiamenti progressivi. "Crescere" significa diventare più grande, aumentare. Quindi, perché non si inaridisca, dopo il battesimo la nostra spiritualità dovrebbe continuare a svilupparsi. Quando iniziamo a studiare la Bibbia possiamo crescere rapidamente fino al battesimo. Negli anni successivi, invece, il nostro progresso spirituale può non essere così evidente. Ciò non toglie che dobbiamo continuare a crescere in fede e conoscenza fino "all'uomo fatto, alla misura della statura che appartiene alla pienezza del Cristo" (Efes. 4:13). w13 15/3 3:7-9

sabato 29 novembre 2014

Sabato 29

La città di Gerusalemme sarà realmente catturata (Zacc. 14:2)



"La città" simbolicamente si riferisce al Regno messianico di Dio. Sulla terra è rappresentata dal rimanente dei cristiani unti (Filip. 3:20). Anche se durante la prima guerra mondiale potenti nemici perseguitarono e calunniarono il popolo di Dio, questi non furono in grado di togliere di mezzo la vera adorazione. I cristiani unti infatti rimasero fedeli. Gli unti - "quelli che rimarranno del popolo", per usare le parole di Zaccaria - rifiutarono di essere "stroncati dalla città". Altri attacchi furono sferrati contro il rimanente degli unti e i loro leali compagni con la speranza terrena (Riv. 12:17). Basti pensare a quanto avvenne durante la seconda guerra mondiale. L'integrità manifestata dai fedeli Testimoni unti incoraggia i servitori di Dio odierni a perseverare nonostante le difficoltà che potrebbero incontrare, come opposizione da parte di familiari increduli, colleghi o compagni di scuola che li scherniscono per la loro fede (1 Piet. 1:6, 7). w13 15/2 3:4-7

venerdì 28 novembre 2014

Venerdì 28

Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale (Matt. 5:3)



Il programma delle assemblee prevede da molto tempo momenti che sono sempre attesi con ansia. Il "cibo [spirituale] a suo tempo", che ci fornisce un più accurato intendimento delle profezie e degli insegnamenti della Bibbia, ci viene provveduto non solo tramite i discorsi ma anche sotto forma di nuove pubblicazioni presentate durante l'assemblea (Matt. 24:45). Molte di queste pubblicazioni hanno lo scopo di aiutare le persone sincere ad apprezzare le verità scritturali. Toccanti drammi biblici incoraggiano giovani e meno giovani a esaminare i propri motivi e a resistere alle pressioni esercitate da questo mondo empio. Similmente, il discorso del battesimo offre a tutti l'opportunità di riesaminare le proprie priorità nella vita e di provare la gioia di vedere altri che simboleggiano la loro dedicazione a Geova. Le assemblee sono parte della pura adorazione da migliaia di anni e aiutano il gioioso popolo di Geova a servirlo in modo degno in tempi difficili. w12 15/9 5:14, 18, 18, 19

giovedì 27 novembre 2014

Giovedì 27

State fermi contro le macchinazioni del Diavolo (Efes. 6:11)



Satana il Diavolo odia gli esseri umani, specialmente quelli che servono Geova. Infatti sta facendo guerra all'unto rimanente (Riv. 12:17). Questi coraggiosi cristiani guidano la moderna opera di predicazione del Regno e lo smascherano quale governante di questo mondo. Il Diavolo odia anche le "altre pecore" che sostengono gli unti e hanno la speranza della vita eterna, una prospettiva che lui non ha più (Giov. 10:16). Non sorprende che sia adirato! Che la nostra speranza sia celeste o terrena, Satana di sicuro non ha a cuore il nostro benessere. Il suo obiettivo è quello di farci diventare sue vittime (1 Piet. 5:8). Per raggiungere i suoi scopi Satana si serve di diverse trappole, o lacci. Dato che "ha accecato le menti" degli increduli, questi ultimi non accettano la buona notizia e non sono in grado di vedere le sue trappole. Ma il Diavolo riesce a catturare anche alcuni che hanno accolto il messaggio del Regno (2 Cor. 4:3, 4). w12 15/8 4:1, 2

mercoledì 26 novembre 2014

Mercoledì 26

Osservate l'unità dello spirito nell'unificante vincolo della pace (Efes. 4:3)



Raggiungiamo questa unità quando applichiamo ciò che Geova ci insegna e ci facciamo modellare dal suo spirito santo. Per quanto Geova, sulla base del sacrificio di riscatto di Cristo, abbia dichiarato giusti sia i suoi unti in qualità di figli, sia i componenti delle altre pecore in qualità di amici, finché saremo in questo sistema di cose fra noi nasceranno contrasti (Rom. 5:9; Giac. 2:23). Se così non fosse, non avremmo bisogno dell'esortazione ispirata a continuare a 'sopportarci gli uni gli altri nell'amore'. Come possiamo raggiungere l'unità con i compagni di fede? Dobbiamo coltivare "ogni modestia di mente e mitezza" (Efes. 4:1, 2). Per seguire questo consiglio dobbiamo lasciare che lo spirito di Dio operi su di noi e produca il suo frutto. Tale frutto sana i contrasti personali, a differenza delle opere della carne, che invece tendono sempre a dividere. w12 15/7 4:6, 7

martedì 25 novembre 2014

Martedì 25

Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova (2 Piet. 2:9)



Se siamo alla ricerca di un impiego e viviamo in un paese in cui il lavoro scarseggia, potremmo essere tentati di accettare al volo la prima offerta che ci capita, qualunque essa sia. Supponiamo, però, che si tratti di un lavoro che è in contrasto con i princìpi biblici oppure che, per via di orari, spostamenti o eventuali trasferte, rischia di ostacolare le nostre attività cristiane o di tenerci lontani dalla famiglia. Dovremmo accettarlo comunque, pensando che un lavoro, anche se non ideale, è sempre meglio di niente? Non dimentichiamo che scegliere la strada sbagliata potrebbe allontanarci da Geova (Ebr. 2:1). Dobbiamo ricordare qual è la nostra meta. Chiediamoci: "Dove voglio arrivare con il mio lavoro?" Se per noi il lavoro è un mezzo per mantenere noi stessi e la nostra famiglia così da poter servire Geova, egli benedirà i nostri sforzi (Matt. 6:33). Anche se da un giorno all'altro dovessimo perdere il posto o subire un rovescio economico, Geova saprebbe come aiutarci (Isa. 59:1). w13 15/1 2:5, 6

lunedì 24 novembre 2014

Lunedì 24

Se voi perdonate agli uomini i loro falli, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi (Matt. 6:14)



Se vogliamo mantenere rapporti pacifici con i familiari, con gli amici, con le persone in generale e con Geova, dobbiamo essere disposti a perdonare chi ci offende, che sia un membro della congregazione cristiana o no. Le Scritture indicano che essere pronti a perdonare gli altri, a prescindere da quante volte ci offendono, è un obbligo cristiano. Gesù narrò una parabola su uno schiavo al quale era stato condonato un grosso debito dal suo signore. Quando questo schiavo non si mostrò altrettanto misericordioso con un suo compagno che gli doveva una piccola somma, il padrone lo fece gettare in prigione (Matt. 18:21-34). Gesù trasse questa conclusione: "In maniera simile anche il mio Padre celeste agirà con voi, se non perdonate di cuore ciascuno al proprio fratello" (Matt. 18:35). Perciò chiunque desidera l'amicizia di Geova è tenuto a perdonare gli errori commessi dagli altri. w12 15/11 5:3-5

domenica 23 novembre 2014

Domenica 23

Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime (Ebr. 13:17)



L'atteggiamento di un cristiano può essere messo alla prova quando questi viene corretto o viene sollevato da qualche incarico di congregazione. Un giovane fratello fu benignamente consigliato dagli anziani perché giocava con videogiochi violenti. Purtroppo non prese bene il consiglio e, non soddisfacendo più i requisiti scritturali, dovette essere cancellato come servitore di ministero (Sal. 11:5; 1 Tim. 3:8-10). Il fratello sbandierò ai quattro venti il suo disappunto, inviando alla filiale diverse lettere in cui criticava gli anziani e addirittura spingendo altri nella congregazione a fare altrettanto. Tuttavia mettere in pericolo la pace dell'intera congregazione nel tentativo di giustificare il proprio operato è controproducente. È meglio considerare la correzione come un'opportunità per aprire gli occhi di fronte a qualche debolezza di cui non si era consapevoli e accettare umilmente la disciplina (Lam. 3:28, 29). w12 15/10 2:8, 9

sabato 22 novembre 2014

Sabato 22

Non sapete né il giorno né l'ora (Matt. 25:13)



Non sapere quando arriverà la fine ci permette di dimostrare cos'abbiamo davvero nel cuore. Non rivelandoci questo particolare Geova ci tratta con rispetto, perché in questo modo ci dà la possibilità di esercitare il nostro libero arbitrio decidendo di essergli leali. Anche se vogliamo sopravvivere alla fine di questo sistema, serviamo Geova perché lo amiamo, non semplicemente per avere la vita eterna (Sal. 37:4). Fare la sua volontà ci dà gioia, e siamo coscienti del fatto che egli ci insegna per il nostro bene (Isa. 48:17). Un altro beneficio del non sapere il giorno e l'ora è che questo ci dà la possibilità di rallegrare il cuore di Geova. Quando lo serviamo spinti dall'amore, e non semplicemente in vista di una data o per una ricompensa, aiutiamo Geova a rispondere alle accuse infondate del suo avversario, Satana (Giob. 2:4, 5; Prov. 27:11). Pensando a tutte le sofferenze causate dal Diavolo, rigettiamo il suo malvagio dominio e siamo lieti di difendere la sovranità di Geova. w12 15/9 4:5, 6

venerdì 21 novembre 2014

Venerdì 21

La legge di Geova è perfetta, rende saggio l'inesperto (Sal. 19:7)



Se non avessimo le Sacre Scritture impareremmo perlopiù dalla nostra esperienza. Ma in questo modo, potremmo mai provare gli stessi sentimenti che provava il salmista nei confronti della "legge di Geova"? La triste realtà, però, è che alcuni hanno lasciato che l'amore che avevano per la verità della Bibbia si raffreddasse (Riv. 2:4). Non camminano più nella "via" che piace a Geova (Isa. 30:21). Ma non è detto che questo debba succedere anche a noi. Possiamo e dobbiamo evitare di perdere l'apprezzamento per la Bibbia e per i suoi insegnamenti. La Bibbia è un grande regalo che ci è stato fatto dal nostro amorevole Creatore (Giac. 1:17). Cosa ci aiuterà a rafforzare il nostro apprezzamento per "la parola di Dio"? Un fattore importante è riflettere sul modo in cui gli scrittori della Bibbia furono guidati a metterla per iscritto. Esaminare alcune delle tante prove della sua ispirazione ci stimolerà a leggerla ogni giorno e metterne in pratica i consigli (Ebr. 4:12). w12 15/6 4:1, 2

giovedì 20 novembre 2014

Giovedì 20

Noi riflettiamo come specchi la gloria di Geova (2 Cor. 3:18)



Sotto qualche aspetto tutti noi assomigliamo ai nostri genitori. Avrete sentito qualcuno dire a un bambino "sei tutto tuo padre", o a una bambina "mi ricordi tua madre". D'altro canto i bambini spesso imitano i genitori. E noi? Possiamo imitare il nostro Padre celeste, Geova? Anche se non lo vediamo, possiamo comprendere le sue preziose qualità osservando le sue opere creative, studiando la sua Parola e meditando su di essa, in particolare su ciò che disse e fece il Figlio di Dio, Gesù Cristo (Giov. 1:18; Rom. 1:20). Nel praticare la santa devozione dovremmo manifestare le qualità di Colui che ci ha creato. Sia gli unti che i loro compagni con la speranza terrena riflettono la gloria di Geova nella loro vita e nel ministero (2 Cor. 4:1). Riflettete la gloria di Geova con il vostro comportamento e partecipando regolarmente alla predicazione del Regno? w12 15/5 4:1-3

mercoledì 19 novembre 2014

Mercoledì 19

Hai afferrato la mia mano destra. Col tuo consiglio mi guiderai (Sal. 73:23, 24)



Oggi i cristiani hanno ottimi motivi per imitare il fedele esempio di Anna essendo costanti nell'adorare Geova (1 Sam. 1:4-8). Dobbiamo frequentare regolarmente le adunanze. Come tutti noi ben sappiamo, le adunanze ci danno l'incoraggiamento di cui abbiamo assoluto bisogno (Ebr. 10:24, 25). Il calore della fratellanza cristiana ci conforta. Una semplice osservazione fatta durante un discorso o in un commento può toccarci. Prima o dopo l'adunanza, un compagno di fede può offrirci un orecchio attento e parole di conforto (Prov. 15:23; 17:17). Unire le nostre voci nell'intonare un cantico a Geova ci rinfranca. È soprattutto quando i nostri "inquietanti pensieri" ci affliggono che abbiamo bisogno dell'incoraggiamento che troviamo alle adunanze, dove Geova ci 'vezzeggia' con le sue "consolazioni" e sostiene la nostra determinazione a rimanergli fedeli (Sal. 94:18, 19). Siamo infinitamente grati che Geova ci custodisca per la salvezza! w12 15/4 5:16-18

martedì 18 novembre 2014

Martedì 18

Esci dal tuo paese e dai tuoi parenti e va al paese che io ti mostrerò (Gen. 12:1)



Possiamo solo immaginare come si sentì Abraamo (che allora si chiamava ancora Abramo) quando Geova gli disse di far questo. Se provò dei timori, di certo sparirono dopo le successive parole di Geova: "Farò di te una grande nazione e ti benedirò [...] e maledirò colui che invocherà su di te il male" (Gen. 12:2, 3). Con queste parole Geova si impegnava a essere una dimora sicura per Abraamo e per i suoi discendenti (Gen. 26:1-6). E mantenne la promessa. Per esempio impedì al faraone d'Egitto e ad Abimelec re di Gherar di prendere Sara ed eliminare Abraamo. Protesse Isacco e Rebecca in maniera simile (Gen. 12:14-20; 20:1-14; 26:6-11). La Bibbia osserva: "[Geova] non permise ad alcun uomo di defraudarli, ma a causa d'essi riprese dei re, dicendo: 'Non toccate i miei unti, e non fate nulla di male ai miei profeti'" (Sal. 105:14, 15). w13 15/3 4:4, 5

lunedì 17 novembre 2014

Lunedì 17

Non posso sopportare l'uso del potere magico (Isa. 1:13)



La pratica dello spiritismo godeva di largo credito nel XIX secolo. Pertanto La Torre di Guardia di Sion del maggio 1885 (inglese) affermava: "La credenza che i morti vivano in un'altra dimensione o condizione non è nulla di nuovo. Era comune anche nella religione degli antichi, ed era alla base di tutte le mitologie". L'articolo aggiungeva che l'idea non scritturale che i morti possano comunicare con i vivi "ha mascherato e rafforzato l'inganno perpetrato dai 'demoni' che si presentano come gli spiriti disincarnati dei defunti. Essi si son serviti ben volentieri di questo stratagemma per nascondere la loro identità, riuscendo così a mantenere il controllo sulle menti e le vite di molti". Simili avvertimenti si trovavano moltissimi anni fa nell'opuscolo What Say the Scriptures About Spiritism? (Cosa dicono le Scritture circa lo spiritismo?), e si trovano anche nelle nostre pubblicazioni più recenti. w13 15/2 2:11

domenica 16 novembre 2014

Domenica 16

Apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente (Sal. 145:16)



Che dire se avete fatto rinunce per servire Geova a tempo pieno? Magari avete rinunciato a una promettente carriera o a un'attività ben avviata per avere più tempo da dedicare a Geova. Forse avete deciso di non sposarvi o di non avere figli per impegnarvi in determinate forme di servizio. Quelle decisioni sono state dettate dal vostro profondo amore per Geova e dal sincero desiderio di aiutare altri a servirlo. Non pensate che sareste stati meglio se aveste impiegato la vostra vita in modo diverso. La consapevolezza di aver fatto quello che sapevate essere la cosa giusta nelle vostre circostanze e di aver servito Geova al meglio delle vostre possibilità vi farà provare profonda soddisfazione. Egli non dimenticherà i vostri sacrifici. Nella "vera vita" avvenire, Geova vi ricompenserà con benedizioni molto più grandi di quanto possiate immaginare! (1 Tim. 6:19). w13 15/1 4:15, 16

sabato 15 novembre 2014

Sabato 15

Non giurate affatto (Matt. 5:34)



Gesù disse questo per condannare la diffusa abitudine di giurare in continuazione e con grande disinvoltura senza avere nessuna intenzione di tenere fede alla propria parola. Gesù non voleva certo dire che giurare è sempre sbagliato. In occasioni importanti Geova Dio e il suo giusto servitore Abraamo ricorsero al giuramento. Inoltre la Legge di Dio imponeva che si pronunciasse un giuramento per dirimere determinate controversie (Eso. 22:10, 11; Num. 5:21, 22). Pertanto, se tenuto a farlo, un cristiano chiamato a testimoniare in tribunale può giurare di dire la verità. Oppure in rare occasioni un cristiano può ritenere di dover giurare per assicurare altri delle proprie intenzioni o per contribuire a risolvere una questione. Gesù stesso, quando il sommo sacerdote gli chiese di giurare davanti al Sinedrio, non fece obiezioni e disse la verità (Matt. 26:63, 64). w12 15/10 4:1, 2

venerdì 14 novembre 2014

Venerdì 14

Mi rallegrai quando mi dicevano: "Andiamo alla casa di Geova" (Sal. 122:1)



Sebbene nel corso dei secoli molte cose siano cambiate, gli aspetti fondamentali delle assemblee sono rimasti i medesimi. Nei tempi biblici chi vi partecipava doveva fare dei sacrifici per essere presente, e lo stesso accade a molti anche oggi. Ma vale certamente la pena di fare tali sacrifici. Le assemblee erano e sono tuttora importanti appuntamenti spirituali. Ci forniscono la conoscenza e l'intendimento necessari per mantenere una stretta relazione con Dio. Ci motivano a mettere in pratica ciò che impariamo, ci aiutano a evitare i problemi, e ci incoraggiano a rimanere concentrati su attività e interessi che ci ristorano invece di essere un peso opprimente (Sal. 122:2-4). Tuttavia nel corso del tempo alcuni aspetti delle assemblee sono cambiati. Una volta certe assemblee duravano otto giorni. C'erano sessioni mattutine, pomeridiane e serali, ed era anche previsto che si partecipasse al servizio di campo. I volontari dedicavano molte ore di duro lavoro alla preparazione di colazioni, pranzi e cene per i partecipanti. w12 15/9 5:15, 17

Giovedì 13

Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all'ira; poiché è scritto: "La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova" (Rom. 12:19)



La Bibbia ci dice di non giudicare gli altri (Matt. 7:1, 2). Tuttavia possiamo star certi che Geova giudica con giustizia. Se riteniamo di essere stati vittime di un'ingiustizia e troviamo difficile perdonare chi ci ha fatto del male sebbene sia pentito, dovremmo tenere presente che anche lui è una vittima. Anche lui subisce le conseguenze dell'imperfezione ereditata (Rom. 3:23). Geova prova compassione per l'intera umanità imperfetta. Perciò è appropriato che preghiamo per quella persona. Difficilmente rimarremmo adirati con qualcuno per cui stiamo pregando. Inoltre, che nutrire risentimento sia sbagliato perfino nei confronti di chi ci maltratta è evidente dalle seguenti parole di Gesù: "Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano" (Matt. 5:44). w12 15/11 5:14, 15

mercoledì 12 novembre 2014

Mercoledì 12

Noi non ignoriamo i disegni di Satana (2 Cor. 2:11)



Poiché non ignoriamo i disegni di Satana, possiamo evitare di farci sopraffare da lui. Pregando di avere la saggezza necessaria per affrontare le nostre prove sfuggiremo ai suoi lacci (Giac. 1:5). Dobbiamo poi agire in armonia con le nostre preghiere studiando regolarmente la Parola di Dio a livello personale e mettendone in pratica i princìpi. Gli strumenti per lo studio della Bibbia forniti dallo schiavo fedele e discreto ci aiutano a riconoscere le trappole del Diavolo e ad evitarle. La preghiera e lo studio della Bibbia ci fanno amare ciò che è bene; è ugualmente importante, però, che coltiviamo l'odio per ciò che è male (Sal. 97:10). Riflettere sulle possibili conseguenze può aiutarci a non cedere ai nostri desideri egoistici (Giac. 1:14, 15). Se impareremo a odiare ciò che è male e ad amare veramente ciò che è bene, le esche che Satana mette nelle sue trappole non ci attireranno affatto; al contrario, le troveremo ripugnanti. Siamo davvero riconoscenti per l'aiuto di Dio, grazie al quale non siamo sopraffatti da Satana! (Matt. 6:13). w12 15/8 3:18-20

martedì 11 novembre 2014

Martedì 11

Dio si propose un'amministrazione per radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo (Efes. 1:9, 10)



Questa amministrazione si articola in due fasi. Durante la prima, la congregazione degli unti viene preparata a vivere in cielo sotto la guida di Gesù Cristo, suo Capo spirituale. Questa fase fu avviata alla Pentecoste del 33, quando Geova cominciò a radunare coloro che avrebbero regnato con Cristo in cielo (Atti 2:1-4). Gli unti sono stati dichiarati giusti per la vita grazie al sacrificio di riscatto di Cristo, e hanno la chiara consapevolezza di essere stati adottati come "figli di Dio" (Rom. 3:23, 24; 5:1; 8:15-17). La seconda fase prepara coloro che vivranno nel Paradiso sulla terra. Inizialmente questo gruppo è costituito dalla "grande folla" (Riv. 7:9, 13-17; 21:1-5). Durante il Regno millenario ad essa si uniranno miliardi di risuscitati (Riv. 20:12, 13). Coloro che si dimostreranno fedeli verranno adottati come "figli di Dio" terreni (Rom. 8:21; Riv. 20:7, 8). w12 15/7 4:3, 4

lunedì 10 novembre 2014

Lunedì 10

Egli non è l'Iddio dei morti, ma dei viventi (Luca 20:38)



Con l'approssimarsi della sua fine, il mondo di Satana conoscerà "dolori di afflizione" sempre più acuti (Matt. 24:7, 8). Le cose non potranno che peggiorare durante la grande tribolazione: il sistema così come lo conosciamo collasserà, e la gente temerà per la propria vita (Abac. 3:16, 17). In preda alla disperazione cercherà rifugio, per così dire, "nelle spelonche e nei massi di roccia dei monti" (Riv. 6:15-17). Ma né caverne letterali né organizzazioni politiche e commerciali paragonabili a monti potranno offrire protezione. I veri cristiani, invece, continueranno a godere della sicurezza della loro "vera dimora", Geova Dio (Sal. 90:1). Perfino coloro che dovessero morire fedeli prima della grande tribolazione rimangono al sicuro presso Geova, "poiché per lui sono tutti viventi". Proprio così, agli occhi di Geova è come se i suoi leali che sono morti fedeli fossero vivi, in quanto è certo che saranno risuscitati (Eccl. 7:1). w13 15/3 4:15-17

domenica 9 novembre 2014

Domenica 9

Hai afferrato la mia mano destra. Mi porterai fino alla gloria (Sal. 73:23, 24)



Come fa questo Geova? Egli dà gloria ai suoi umili servitori onorandoli in molti modi. Concede loro l'intendimento della sua volontà (1 Cor. 2:7). A chi ascolta la sua parola e gli ubbidisce accorda l'onore di avere con lui un'intima relazione (Giac. 4:8). Geova inoltre affida ai suoi servitori il prezioso tesoro del ministero cristiano (2 Cor. 4:1, 7). Quest'opera conduce alla gloria. Geova onora i fedeli dando loro un buon nome, cioè la sua approvazione. Per di più, anche nella congregazione si parlerà bene di loro (1 Sam. 2:30; Prov. 11:16; 22:1). Quale sarà il futuro di chi "spera in Geova e osserva la sua via"? Questa è la promessa: "Egli [Geova] ti esalterà per prendere possesso della terra. Quando i malvagi saranno stroncati, tu lo vedrai" (Sal. 37:34). I servitori di Dio avranno lo straordinario onore di ricevere la vita eterna (Sal. 37:29). w13 15/2 4:3-5

sabato 8 novembre 2014

Sabato 8

Degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo (2 Piet. 1:21)



Da dove veniamo? Perché siamo qui? Dove siamo diretti? Perché il mondo è in queste condizioni? Cosa accade quando si muore? Persone di ogni parte della terra si pongono questi interrogativi. Come potremmo conoscere la risposta a queste e altre importanti domande senza l'ispirata Parola di Dio? Ma in che modo il messaggio di Dio fu trasmesso tramite lo spirito santo agli scrittori della Bibbia? Ricevettero le parole precise da scrivere o soltanto le idee da trasmettere con parole proprie? Pensiamo a cosa può fare un uomo d'affari quando deve scrivere una lettera. Se è importante usare parole specifiche può scriverla di persona o dettarla alla sua segretaria parola per parola, ma in ogni caso sarà lui a firmare la lettera. In altri casi indica le idee principali e lascia che sia la segretaria a formulare i pensieri e a scegliere le parole e lo stile della lettera. L'uomo d'affari poi la rilegge e fa apportare i cambiamenti necessari. Alla fine firma la lettera, ed è come se fosse stato lui a scriverla. w12 15/6 4:1, 4

venerdì 7 novembre 2014

Venerdì 7

Tu che insegni a qualcun altro, non insegni a te stesso? (Rom. 2:21)



Quando il matrimonio fallisce, questo può far sorgere dei dubbi sulla condizione spirituale dei coniugi. L'apostolo Paolo pose questo serio interrogativo: "Se in realtà un uomo non sa dirigere la propria casa, come avrà cura della congregazione di Dio?" (1 Tim. 3:5). In effetti, se entrambi i coniugi professano di essere cristiani ma il loro matrimonio va a rotoli, dall'esterno si potrebbe giungere alla conclusione che non mettono in pratica ciò che predicano (Rom. 2:22-24). Quando due coniugi battezzati vogliono separarsi o divorziare per motivi non scritturali, hanno di sicuro qualche problema spirituale. Evidentemente almeno uno di loro, se non entrambi, non sta mettendo in pratica i princìpi biblici. Se davvero 'confidassero in Geova con tutto il loro cuore' non ci sarebbe motivo di pensare che il loro matrimonio non ha speranze (Prov. 3:5, 6). w12 15/5 2:7, 8

giovedì 6 novembre 2014

Giovedì 6

Volgi, ti prego, il consiglio di Ahitofel in stoltezza, o Geova! (2 Sam. 15:31)



Esaminiamo il caso dell'infido Absalom. Consumato dall'ambizione, era deciso a usurpare il trono di suo padre, il re Davide. Cominciò con il "rubare il cuore degli uomini d'Israele" cercando di ingraziarseli con scaltre promesse e insincere manifestazioni di affetto. Li abbracciava e li baciava come se si interessasse davvero di loro e delle loro necessità (2 Sam. 15:2-6). Absalom riuscì a conquistare persino Ahitofel, uomo di fiducia di Davide, che tradì il re e appoggiò il colpo di stato. Nei Salmi 3 e 55, Davide parlò dell'effetto che questo atto di slealtà aveva avuto su di lui (Sal. 3:1-8; 55:12-14). Con la sua cospirazione ambiziosa, astuta e sfacciata ai danni del re designato da Geova, Absalom dimostrò il suo spudorato disprezzo per la sovranità divina (1 Cron. 28:5). Alla fine la rivolta fallì e Davide continuò a regnare come unto di Geova. w12 15/4 2:5

mercoledì 5 novembre 2014

Mercoledì 5

I capelli grigi sono una corona di bellezza quando si trovano nella via della giustizia (Prov. 16:31)



È appropriato curare il proprio aspetto, ma senza essere ossessionati dal desiderio di cancellare tutti i segni dell'età che avanza. Tali segni possono essere indice di maturità e bellezza interiore e conferire un aspetto dignitoso. Si noti ad esempio la scrittura di oggi. È così che Geova ci vede, e noi dovremmo cercare di vederci allo stesso modo (1 Piet. 3:3, 4). Con questi presupposti, sarebbe davvero saggio sottoporsi a operazioni chirurgiche o a trattamenti medici non necessari e potenzialmente pericolosi al solo scopo di essere più attraenti? "La gioia di Geova" è fonte di vera bellezza che si irradia dall'interno, indipendentemente da età o salute (Nee. 8:10). Solo nel nuovo mondo avremo una salute perfetta e ritroveremo la bellezza giovanile (Giob. 33:25; Isa. 33:24). Nel frattempo, il buon senso e la fede ci aiuteranno a tenerci stretti a Geova accettando la nostra situazione attuale (1 Tim. 4:8). w13 15/1 3:10

martedì 4 novembre 2014

Martedì 4

Il sorvegliante dev'essere libero da accusa come economo di Dio (Tito 1:7)



Nominati per pascere "il gregge di Dio", i sorveglianti organizzano le attività delle congregazioni e vi partecipano attivamente (1 Piet. 5:1, 2). Ovviamente a ognuno di loro possono essere affidati incarichi diversi. Nondimeno tutti devono assolvere fedelmente i rispettivi compiti, e tutti "renderanno conto" a Dio (Ebr. 13:17). Che dire dei molti cristiani leali che non sono anziani? In una lettera indirizzata ai cristiani in generale l'apostolo Pietro scrisse: "Nella proporzione in cui ciascuno ha ricevuto un dono, usatelo, servendo gli uni gli altri come eccellenti economi dell'immeritata benignità di Dio espressa in vari modi" (1 Piet. 1:1; 4:10). Nella sua immeritata benignità Dio ha dato a tutti noi doni, risorse, capacità e doti innate che possiamo usare a beneficio dei nostri compagni di fede. Perciò tutti quelli che servono Dio sono economi, e da questo ruolo che ricoprono derivano onore, fiducia e responsabilità. w12 15/12 2:6, 7

lunedì 3 novembre 2014

Lunedì 3

Gli occhi di Geova sono in ogni luogo (Prov. 15:3)



Pur essendo un uomo timorato di Dio, Davide commise dei gravi peccati. Due di questi coinvolsero una coppia: Uria e Betsabea. Oltre ad aver commesso adulterio con Betsabea, il re si rese colpevole della morte di un innocente, Uria. Le conseguenze furono tragiche per tutti e tre. Il modo in cui Geova corresse Davide, comunque, ci dice molto sulla sua disponibilità a perdonare. Gli mandò il suo profeta, Natan. Essendo un Dio incline al perdono, a quanto pare Geova voleva verificare che ci fossero le condizioni per esercitare misericordia. Non è confortante notare questo modo di affrontare il problema da parte sua? Egli non costrinse Davide a confessare, ma gli fece narrare da Natan una storia che dimostrava la gravità dei suoi peccati (2 Sam. 12:1-4). Tale approccio si rivelò davvero efficace. Davide si rese conto della gravità di ciò che aveva fatto e, pentito, ammise: "Ho peccato contro Geova" (2 Sam. 12:5-14). w12 15/11 4:3, 5-7

domenica 2 novembre 2014

Domenica 2

O Geova, tu stesso hai mostrato d'essere per noi una vera dimora (Sal. 90:1)



Vi sentite a casa nel mondo attuale? Se la risposta è no, non siete i soli. Nel corso dei secoli tutti quelli che hanno amato veramente Geova si sono sentiti estranei, o stranieri, in questo sistema di cose. Per esempio, mentre conducevano una vita nomade nel paese di Canaan, i fedeli adoratori di Dio "dichiararono pubblicamente di essere estranei e residenti temporanei" (Ebr. 11:13). In maniera analoga, gli unti seguaci di Cristo, la cui "cittadinanza esiste nei cieli", si considerano "forestieri e residenti temporanei" nel presente sistema di cose (Filip. 3:20; 1 Piet. 2:11). Anche le "altre pecore" di Cristo "non fanno parte del mondo come [Gesù non faceva] parte del mondo" (Giov. 10:16; 17:16). Ciò non significa che i servitori di Dio non abbiano un luogo in cui rifugiarsi. Al contrario, possiamo contare su una casa in cui godiamo di amore e protezione senza pari, una casa visibile con gli occhi della fede. w13 15/3 4:1, 2

sabato 1 novembre 2014

Sabato 1

Viene un giorno che appartiene a Geova (Zacc. 14:1)



Di quale giorno si tratta? Del "giorno del Signore", che ebbe inizio quando "il regno del mondo" divenne "il regno del nostro Signore e del suo Cristo" (Riv. 1:10; 11:15). Questo giorno iniziò nel 1914, con la nascita in cielo del Regno messianico. Già da decenni gli unti adoratori di Geova predicavano che la fine dei "tempi fissati delle nazioni" sarebbe venuta in quell'anno e che il mondo sarebbe entrato in un periodo di difficoltà senza pari (Luca 21:24). Quali erano state le reazioni? Invece di prestare attenzione a quegli opportuni avvertimenti, i capi religiosi e politici avevano disprezzato e perseguitato quei cristiani zelanti. In quel modo però si erano fatti beffe dell'Onnipotente stesso, dal momento che gli unti ambasciatori del Regno rappresentano "la Gerusalemme celeste", ovvero il Regno messianico del quale fanno parte (Ebr. 12:22, 28). w13 15/2 3:4

venerdì 31 ottobre 2014

Venerdì 31

Il giusto può cadere, e certamente si leverà (Prov. 24:16)



Alcuni commettono, anche ripetutamente, peccati non gravi a causa di qualche debolezza. Ma Geova non smette di considerarli giusti se ogni volta si rialzano, cioè si pentono sinceramente e riprendono a servirlo con lealtà. Lo dimostrano i suoi rapporti con l'antico Israele (Isa. 41:9, 10). Proverbi 24:16 si sofferma soprattutto sul fatto che, con l'aiuto del nostro misericordioso Dio, possiamo 'levarci' (Isa. 55:7). Dimostrando di avere fiducia in noi, Geova Dio e Gesù Cristo ci incoraggiano benignamente a rialzarci (Sal. 86:5; Giov. 5:19). Anche se inciampa o cade, un maratoneta ha il tempo di riprendersi e completare la gara, purché lo faccia subito. Non sappiamo 'il giorno e l'ora' in cui avrà fine la nostra corsa per la vita eterna (Matt. 24:36). In ogni caso, meno inciampiamo più sarà facile tenere un passo regolare, rimanere in gara e tagliare il traguardo. w13 15/3 1:7, 8

giovedì 30 ottobre 2014

Giovedì 30

Siate vigilanti (Matt. 25:13)



Immaginiamo che un alto funzionario ci chieda di portarlo a un importante appuntamento. Pochi minuti prima di andare a prenderlo, però, ci accorgiamo che il serbatoio dell'automobile è quasi vuoto e corriamo immediatamente al primo distributore. Nel frattempo il funzionario arriva, si guarda attorno senza trovarci e, non potendo aspettare, chiede a qualcun altro di accompagnarlo. Quando arriviamo ci rendiamo conto che se n'è già andato. Come ci rimaniamo? Nella sua parabola delle vergini Gesù descrisse una situazione simile per spiegare perché, nel tempo della fine, alcuni cristiani unti si sarebbero dimostrati fedeli e discreti, mentre altri no (Matt. 25:1-12). Gesù mise chiaramente in luce il punto con queste parole: "Siate vigilanti dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora", cioè il tempo in cui egli avrebbe effettivamente eseguito il giudizio di Dio sul mondo di Satana. w12 15/9 4:1, 3

Mercoledì 29

Questi uomini trascurano la signoria e parlano ingiuriosamente dei gloriosi (Giuda 8)



Ovviamente nella congregazione cristiana non c'è posto per uno spirito del genere. Gli anziani di congregazione non sono perfetti, proprio come non erano perfetti gli anziani del tempo degli apostoli. È possibile che commettano errori che si ripercuotono su di noi personalmente. Se questo dovesse verificarsi, sarebbe del tutto fuori luogo reagire secondo lo spirito del mondo, chiedendo a gran voce che sia fatta "giustizia" o affermando che il responsabile non può farla franca. Geova può decidere di passare sopra a certe mancanze meno gravi. Non possiamo fare la stessa cosa? Alcuni componenti della congregazione che hanno commesso un peccato grave si sono rifiutati di comparire davanti a un comitato di anziani, formato per aiutarli, a motivo di qualche presunto difetto degli anziani stessi. Ma è come se un paziente rinunciasse ai benefìci di una terapia solo perché, per qualche motivo, il medico non gli sta simpatico. w12 15/10 2:6, 7

martedì 28 ottobre 2014

Martedì 28

Saliamo al monte di Geova, alla casa dell'Iddio di Giacobbe; ed egli ci istruirà intorno alle sue vie, e noi certamente cammineremo nei suoi sentieri (Isa. 2:3)



Chi desidera diventare cittadino di un paese potrebbe doversi fare un'idea della storia di quel paese. In modo simile, quelli che vogliono essere cittadini del Regno di Dio fanno bene a imparare il più possibile su di esso. Le nazioni esigono inoltre che i loro cittadini imparino le leggi locali e le rispettino. Pertanto, è del tutto ragionevole che Geova si aspetti che impariamo e rispettiamo le leggi e i princìpi stabiliti per tutti i cittadini del Regno (Giov. 15:10; 1 Giov. 5:3). Le leggi umane sono imperfette e possono essere inique. Per contro, "la legge di Geova è perfetta" (Sal. 19:7). Proviamo "diletto" nella legge di Dio? Leggiamo la sua Parola tutti i giorni? (Sal. 1:1, 2). L'unico modo in cui possiamo imparare la legge di Dio è quello di studiarla personalmente. Nessun altro può farlo al posto nostro. w12 15/8 2:5, 6

lunedì 27 ottobre 2014

Lunedì 27

Come mai vi rivolgete di nuovo alle deboli e meschine cose elementari? (Gal. 4:9)



I cristiani della Galazia furono esortati ad assicurarsi della profondità della loro fede e apprezzare la libertà spirituale di cui godevano. Con il suo sacrificio Gesù aveva dato a coloro che esercitavano fede in lui la possibilità di conoscere Dio in un modo assolutamente straordinario: diventando suoi figli. Per non perdere tale relazione privilegiata, i galati dovevano respingere gli insegnamenti dei giudaizzanti, i quali insistevano sull'osservanza della Legge mosaica. Ma i cristiani gentili incirconcisi non erano mai stati soggetti alla Legge. Ebrei e gentili dovevano tutti progredire spiritualmente, e per far questo dovevano riconoscere che non potevano stabilire la loro condizione giusta sulla base della Legge mosaica. I consigli di Paolo ai galati furono inclusi nelle Scritture per uno scopo ben preciso: impedire ai cristiani di ogni epoca di voltare le spalle alle ricchezze della verità biblica e tornare alle cose lasciate dietro. w13 15/3 3:3, 4

domenica 26 ottobre 2014

Domenica 26

Ascolta, o Israele: Geova nostro Dio è un solo Geova (Deut. 6:4)



Visto che Gesù stesso citò questo passo, come potrebbe un vero cristiano credere in qualcosa di diverso? (Mar. 12:29). La dottrina della Trinità è in aperto contrasto con le parole pronunciate da Gesù quando affidò ai suoi seguaci l'incarico di "[fare] discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo" (Matt. 28:19). Chi vuole battezzarsi quale vero cristiano e testimone di Geova deve riconoscere la supremazia del Padre, Geova stesso, come pure la posizione e l'autorità del Figlio, Gesù. Deve inoltre credere che lo spirito santo è la forza attiva di Dio, e non il terzo elemento di una trinità (Gen. 1:2). Se una persona continuasse a credere nella Trinità non potrebbe battezzarsi in simbolo di una valida dedicazione a Geova Dio. Reputiamo davvero prezioso il patrimonio spirituale che ci ha protetto da simili dottrine che disonorano Dio! w13 15/2 2:6, 7

sabato 25 ottobre 2014

Sabato 25

Il regno in parte risulterà forte e in parte risulterà fragile (Dan. 2:42)



Daniele 2:41, che descrive i piedi dell'immagine vista dal re Nabucodonosor, parla dell'insieme di ferro e argilla come di un unico "regno", non come di tanti regni. Pertanto l'argilla rappresenta elementi all'interno della sfera di influenza della potenza mondiale anglo-americana, elementi che la rendono più debole del ferro puro che caratterizzava l'impero romano. Daniele parla dell'argilla come della "progenie del genere umano", o gente comune (Dan. 2:43). All'interno della potenza mondiale anglo-americana le masse hanno fatto sentire la loro voce con campagne per i diritti civili, sindacati e movimenti indipendentisti. Hanno limitato la capacità della potenza mondiale anglo-americana di agire con la forza del ferro. Inoltre contrapposizioni ideologiche e vittorie elettorali di stretta misura, che non determinano una maggioranza netta, hanno indebolito persino leader che sembravano godere di una certa popolarità, i quali si sono ritrovati senza un chiaro mandato per attuare i propri programmi (2 Tim. 3:1-3). w12 15/6 2:9

venerdì 24 ottobre 2014

Venerdì 24

Absalom continuò a rubare il cuore degli uomini d'Israele (2 Sam. 15:6)



Oggi Satana, nel tentativo di rubare il cuore dei servitori di Geova, continua a servirsi di moderni Absalom. Costoro magari affermano che le norme di Geova sono troppo restrittive e che chi non lo serve, invece, può divertirsi quanto vuole. Riusciamo a riconoscere queste spregevoli menzogne e a rimanere leali a Dio? Comprendiamo che solo la "legge perfetta" di Geova, la legge del Cristo, può guidarci alla vera libertà? (Giac. 1:25). In tal caso, facciamo tesoro di questa legge e non cediamo alla tentazione di abusare della nostra libertà cristiana (1 Piet. 2:16). È davvero triste che molti giovani cristiani, ma anche un gran numero di meno giovani, abbiano dovuto imparare sulla propria pelle che i piaceri illeciti spesso si pagano a caro prezzo! (Gal. 6:7, 8). Quindi chiediamoci: "Riconosco le strategie di Satana per quello che sono veramente, cioè dei crudeli inganni? Considero Geova il mio Amico più caro, che mi dice sempre la verità e vuole il meglio per me?" (Isa. 48:17, 18). w12 15/7 2:6, 7, 9

giovedì 23 ottobre 2014

Giovedì 23

Non vacillò per mancanza di fede (Rom. 4:20)



Questo non è il tempo di 'vacillare per mancanza di fede'; è il tempo di diventare 'potenti mediante la fede'. I nemici di Dio - cioè Satana e quelli sotto la sua influenza - tentano di fermare l'opera che Gesù ha affidato ai suoi seguaci, noi inclusi (Matt. 28:19, 20). Noi però sappiamo che Geova è "un Dio vivente, che è Salvatore di ogni sorta di uomini, specialmente dei fedeli", e che, nonostante gli attacchi di Satana, "sa liberare le persone di santa devozione dalla prova" (1 Tim. 4:10; 2 Piet. 2:9). Presto Geova distruggerà questo malvagio sistema di cose. Anche se non conosciamo tutti i particolari e il tempo esatto in cui ciò accadrà, sappiamo bene che, esattamente al tempo stabilito, Cristo eliminerà i nemici di Dio. Allora tutti sapranno che Geova ha il diritto di essere il Sovrano dell'universo. Non facciamo mai l'errore di pensare che "tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione" (2 Piet. 3:3, 4; 1 Tess. 5:1). w12 15/5 3:17, 18

mercoledì 22 ottobre 2014

Mercoledì 22

Non ignoriamo i suoi disegni (2 Cor. 2:11)



Come possiamo proteggerci dalle insidie di Satana e continuare ad avere un cuore completo verso Geova? La preghiera ha un ruolo fondamentale. Paolo incoraggiò i compagni di fede a "star fermi contro le macchinazioni del Diavolo", dopo di che li esortò: "Con ogni forma di preghiera e supplicazione [dedicatevi] in ogni occasione alla preghiera in spirito" (Efes. 6:11, 18; 1 Piet. 4:7). Che effetto avrà questo tipo di preghiere su di noi? Paolo affermò: "In ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie; e la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero custodirà i vostri cuori" (Filip. 4:6, 7). Per mantenere un cuore completo verso Geova dobbiamo pregare spesso e con fervore (Luca 6:12). Perciò chiediamoci: "Quanto sono sentite le mie preghiere? Quanto spesso prego?" (Matt. 7:7; Rom. 12:12). La risposta a queste domande la dirà lunga sull'intensità del nostro desiderio di servire Dio. w12 15/4 3:16, 18

martedì 21 ottobre 2014

Martedì 21

Tutta la casa d'Israele è incirconcisa di cuore (Ger. 9:26)



Per capire l'espressione "incirconcisa di cuore", notiamo l'esortazione che Dio rivolse agli ebrei: "Togliete i prepuzi dei vostri cuori, uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme; affinché il mio furore non esca [...] a causa della malizia delle vostre azioni". Da dove nascevano le loro azioni errate? "Dal di dentro", dal loro cuore (Mar. 7:20-23). Il loro cuore era ostinato e ribelle; le loro motivazioni e il loro modo di pensare non gli erano graditi (Ger. 5:23, 24; 7:24-26). Dio disse loro: "Circoncidetevi a Geova, e togliete i prepuzi dei vostri cuori" (Ger. 4:4; 18:11, 12). Pertanto, gli ebrei dei giorni di Geremia avevano bisogno di un'operazione simbolica: dovevano 'circoncidere il loro cuore', lo stesso problema che avevano avuto i loro antenati ai giorni di Mosè (Deut. 10:16; 30:6). 'Togliere il prepuzio del loro cuore' significava eliminare dal cuore ciò che lo rendeva insensibile: i pensieri, i desideri o i motivi che erano in conflitto con quelli di Dio (Atti 7:51). w13 15/3 2:7-9

lunedì 20 ottobre 2014

Lunedì 20

Questa è l'eredità dei servi del Signore (Isa. 54:17, Nuova Riveduta [NVR])



Del nostro patrimonio spirituale fanno parte le molte vicende, narrate in anni recenti nelle pubblicazioni, che dimostrano come Geova sia 'al nostro fianco' (Sal. 118:7). Ne deriva una consapevolezza che ci fa sentire al sicuro anche quando siamo perseguitati. Tale eredità spirituale, sempre più ricca, include questa rincuorante promessa: "'Qualsiasi arma formata contro di te non avrà successo, e qualsiasi lingua si levi contro di te in giudizio tu la condannerai. Questo è il possedimento ereditario [o eredità, NVR] dei servitori di Geova, e la loro giustizia viene da me', è l'espressione di Geova" (Isa. 54:17). Nonostante tutte le "armi" che ha a disposizione, Satana non può farci del male in modo irrimediabile. Satana ha cercato di distruggere la Parola di Dio, eliminare il nome divino e annientare la verità. Tuttavia non può competere con Geova, che infatti ha frustrato tutti i suoi sforzi. w13 15/2 1:7, 8

domenica 19 ottobre 2014

Domenica 19

Sceglietevi oggi chi volete servire (Gios. 24:15)



Poter scegliere permette, in una certa misura, di dare un indirizzo alla propria vita. È un po' come un uomo che percorre una strada e all'improvviso si trova davanti a un bivio. Quale direzione sceglierà? La Bibbia parla di molte persone che si trovarono in una situazione simile. Ad esempio, Caino dovette decidere se dare libero sfogo alla propria ira o controllarsi (Gen. 4:6, 7). Giosuè dovette decidere se servire il vero Dio o adorare falsi dèi. La sua meta era di tenersi stretto a Geova, per cui fece una scelta che lo avrebbe portato in quella direzione. Caino, invece, non aveva lo stesso obiettivo e scelse una strada che lo allontanò ulteriormente da Geova. Anche noi certe volte ci troviamo, per così dire, davanti a un bivio. In quei casi dobbiamo ricordare qual è la nostra meta, il nostro obiettivo: dare gloria a Geova in tutto ciò che facciamo ed evitare qualsiasi cosa possa allontanarci da lui (Ebr. 3:12). w13 15/1 2:1-3

sabato 18 ottobre 2014

Sabato 18

Tengano sottoposto ogni animale che si muove sopra la terra (Gen. 1:26)



Gli esseri umani furono l'ultima e la massima espressione dell'opera creativa di Geova sulla terra. Adamo ed Eva, e di conseguenza tutti gli esseri umani, furono incaricati di esercitare il dominio sulla creazione animale, per cui sarebbero stati in pace con loro. Non dovremmo dunque sorprenderci quando la Bibbia dice che ci sarà pace tra uomini e animali (Isa. 11:6-9; 65:25). Dobbiamo ricordare, infatti, che quando Noè e la sua famiglia lasciarono l'arca dopo il Diluvio Geova disse loro: "Timore di voi e terrore di voi continuerà su ogni creatura vivente della terra". Ciò avrebbe permesso agli animali di sopravvivere (Gen. 9:2, 3). Geova comunque non avrebbe difficoltà a eliminare parte di quel timore e di quel terrore per permettere all'uomo di assolvere l'incarico affidatogli in principio (Osea 2:18). Quello sarà un tempo veramente felice per tutti coloro che vivranno sulla terra. w12 15/9 2:7, 9

venerdì 17 ottobre 2014

Venerdì 17

Ti rimproveri Geova (Giuda 9)



Quando, in veste di arcangelo Michele, "ebbe una controversia col Diavolo [...] intorno al corpo di Mosè", Gesù non oltrepassò i limiti imposti dal suo ruolo. Al contrario, il Figlio di Dio fu umile e modesto. Era felicissimo che Geova, il supremo Giudice dell'universo, gestisse le cose nel modo e al tempo da Lui stabiliti. Tra le cose che Gesù apprese durante la sua esistenza preumana vi furono senza dubbio le profezie riguardanti certi particolari della sua vita sulla terra come Messia. Perciò Gesù doveva sapere che avrebbe avuto esperienze tutt'altro che piacevoli. Eppure accettò l'incarico di vivere sulla terra e morire come promesso Messia. Cosa gli permise di farlo? Rimarcando l'umiltà dell'unigenito Figlio di Dio, l'apostolo Paolo scrisse: "Benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso e prese la forma di uno schiavo, divenendo simile agli uomini" (Filip. 2:6, 7). w12 15/11 2:5, 6

giovedì 16 ottobre 2014

Giovedì 16

Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; e salva quelli che sono di spirito affranto (Sal. 34:18)



Nel corso della sua vita Davide affrontò molte circostanze angosciose (1 Sam. 30:3-6). Le sue parole ispirate rivelano che Geova sapeva come si sentiva (Sal. 56:8). Dio conosce anche i nostri sentimenti. Quando abbiamo "il cuore rotto" o siamo "di spirito affranto" si stringe a noi. Questo già di per sé ci consola in una certa misura; fu così anche per Davide, il quale cantò: "Certamente gioirò e mi rallegrerò nella tua amorevole benignità, in quanto hai visto la mia afflizione; hai saputo delle angustie della mia anima" (Sal. 31:7). Ma Geova non si limita a prendere atto delle nostre sofferenze: ci sostiene dandoci conforto e incoraggiamento. Le adunanze cristiane sono uno strumento di cui si serve per farlo. Dover fare i conti con le ingiustizie del mondo di Satana può sfibrarci; riunirci con i fratelli ci dà sollievo e ci aiuta a non perdere la gioia di servire Geova. w12 15/4 5:14, 15

mercoledì 15 ottobre 2014

Mercoledì 15

Il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò dell'espressione del Signore che gli aveva detto: "Prima che il gallo canti oggi mi rinnegherai tre volte" (Luca 22:61)



A volte Pietro, che pure fu leale a Gesù e a Geova, inciampò rovinosamente a causa del timore dell'uomo. Ad esempio rinnegò pubblicamente il suo Signore, e non una, ma tre volte (Luca 22:54-60). In seguito Pietro non si comportò da cristiano quando trattò i credenti gentili come se fossero in qualche modo inferiori ai loro compagni di fede ebrei circoncisi. Paolo, però, aveva le idee chiare sulla questione: nella congregazione non c'era posto per distinzioni di classe. L'atteggiamento di Pietro era sbagliato, e poteva guastare l'atmosfera tra i fratelli; perciò Paolo agì consigliando l'apostolo "faccia a faccia" (Gal. 2:11-14). Pietro si sentì forse così ferito nell'orgoglio da ritirarsi dalla corsa per la vita? Niente affatto. Rifletté seriamente sui consigli di Paolo, li mise in pratica e proseguì nella corsa. w13 15/3 1:12

martedì 14 ottobre 2014

Martedì 14

I veri adoratori adoreranno il Padre con spirito e verità, poiché, veramente, il Padre cerca tali adoratori (Giov. 4:23)



La nostra eredità spirituale comprende una gran quantità di accurate e preziose informazioni tramandate dal passato. Prendiamo il caso di Abraamo, Isacco e Giacobbe: nelle famiglie di questi patriarchi sicuramente si parlava di cosa fare per essere graditi a Geova. Forte di questo bagaglio, il giusto Giuseppe rifiutò di commettere immoralità sessuale per non "peccare realmente contro Dio" (Gen. 39:7-9). Anche i cristiani si tramandavano tradizioni oralmente o con l'esempio. È questo il caso delle informazioni che Paolo trasmise alle congregazioni circa il Pasto Serale del Signore (1 Cor. 11:2, 23). Ai nostri giorni, ciò che abbiamo bisogno di sapere per adorare Dio "con spirito e verità" si trova nella sua Parola scritta (Giov. 4:24). La Bibbia esiste per illuminare l'intera umanità, ma noi servitori di Geova l'apprezziamo in modo particolare. w13 15/2 1:6

lunedì 13 ottobre 2014

Lunedì 13

Provammo d'essere leali e giusti e non biasimevoli (1 Tess. 2:10)



Cosa ebbero in comune Dalila, Absalom e Giuda Iscariota? Furono tutti sleali: Dalila nei confronti dell'uomo che l'amava, il giudice Sansone; Absalom verso suo padre, il re Davide; Giuda al suo Signore, Cristo Gesù. In tutti e tre i casi le loro azioni deplorevoli ebbero conseguenze terribili su altri. Perché questo argomento dovrebbe interessarci? Il tradimento è considerato tra i vizi oggi più comuni. Non c'è da meravigliarsene. Nel descrivere il segno del "termine del sistema di cose", Gesù disse che molti si sarebbero traditi gli uni gli altri (Matt. 24:3, 10). "Tradire" significa tra l'altro "consegnare a qualcuno con un inganno o un tradimento" (Devoto-Oli 2008). Tale mancanza di lealtà conferma che stiamo vivendo negli ultimi giorni, nei quali, come predisse Paolo, gli uomini sarebbero stati "sleali, [...] traditori" (2 Tim. 3:1, 2, 4). Slealtà e tradimento causano dolore e sofferenza. Questi atti sono davvero un inquietante segno dei tempi! w12 15/4 2:1, 2

domenica 12 ottobre 2014

Domenica 12

Dio per la prima volta rivolse l'attenzione alle nazioni per trarne un popolo per il suo nome (Atti 15:14)



In quanto 'persone chiamate con il nome di Dio', gli appartenenti alla nuova nazione dell'Israele spirituale usavano il nome divino; lo facevano senza dubbio quando citavano brani delle Scritture Ebraiche (Atti 15:17). Perciò alla Pentecoste, quando si rivolse a un uditorio internazionale di ebrei e proseliti, l'apostolo Pietro usò il nome di Dio più volte (Atti 2:14, 20, 21, 25, 34). I primi cristiani onoravano Geova, ed egli a sua volta benediceva i loro sforzi nell'opera di predicazione. In modo simile, anche oggi Geova benedice il nostro ministero quando proclamiamo con orgoglio il suo nome e mostriamo agli interessati dove esso compare nella Bibbia, magari nella loro stessa copia. In questo modo facciamo loro conoscere il vero Dio. Che privilegio, per loro e per noi! Per molte di quelle persone questo segna la nascita di una meravigliosa relazione con Geova, relazione che diventerà sempre più forte e durerà per sempre. w13 15/3 5:12, 13

Sabato 11

Non conoscono la voce degli estranei (Giov. 10:5)



I ricercatori hanno scoperto che è più complesso distinguere molti suoni simultaneamente quando si tratta di voci umane. In altre parole, in presenza di varie voci, riusciamo a concentrarci su una sola. Siamo noi a decidere quale, in funzione di quella che vogliamo ascoltare. Gli ebrei che desideravano compiere i desideri del padre loro, il Diavolo, non diedero ascolto a Gesù. La Bibbia indica che, in un certo senso, sapienza e stupidità cercano di continuo di catturare la nostra attenzione (Prov. 9:1-5, 13-17). È come se ci parlassero, il che ci mette di fronte a una scelta. Quale delle due ascolteremo? La risposta dipenderà da chi desideriamo compiacere. Le pecore di Gesù ascoltano la sua voce e lo seguono (Giov. 10:16, 27). Sono "dalla parte della verità" (Giov. 18:37). Tali persone umili afferrano la gloria (Prov. 3:13, 16; 8:1, 18; 29:23). w13 15/2 4:13, 14

Venerdì 10

Tu, o Geova, sei buono e pronto a perdonare; e l'amorevole benignità verso tutti quelli che ti invocano è abbondante (Sal. 86:5)



La preghiera è un potente mezzo per ricevere l'aiuto di Dio. In un magnifico salmo Davide espresse la sua convinzione che Geova aveva ascoltato le sue preghiere (Sal. 32:1-5). Davide si era reso conto che cercando di mettere a tacere la sua coscienza non aveva fatto altro che logorarsi. Ne aveva sofferto le conseguenze sul piano fisico ed emotivo, e aveva perso la gioia. Solo dopo aver confessato il suo peccato a Dio aveva potuto ottenere il perdono e provare sollievo. Geova esaudì le preghiere di Davide e lo rafforzò permettendogli di andare avanti e continuare a fare ciò che era giusto. Se lo pregate di cuore, anche voi potete essere certi che Geova presterà attenzione alle vostre suppliche. Se gli errori del passato vi assillano, cercate di correggerli per quanto vi è possibile e non dubitate del perdono di Geova. w13 15/1 4:12

Giovedì 9

Abbiate amore per l'intera associazione dei fratelli, abbiate timore di Dio (1 Piet. 2:17)



I testimoni di Geova hanno un sano timore di dispiacere a Dio, e questo è per loro un ulteriore incentivo a fare la Sua volontà. Sono felici di servire Geova come parte di un'associazione mondiale di fratelli e sorelle che hanno lo stesso desiderio. Pertanto è solo naturale per loro "[avere] amore per l'intera associazione dei fratelli". Tale amore fraterno, così raro nella società egoista di oggi, a volte sorprende chi non è Testimone. Per esempio nel 2009, in occasione di un'assemblea internazionale tenuta in Germania, una guida turistica che lavorava per un'agenzia di viaggi americana è rimasta stupefatta vedendo l'affetto che i Testimoni hanno mostrato ai delegati stranieri e l'aiuto che hanno prestato loro. Ha detto che in tutti gli anni in cui aveva lavorato come guida non aveva mai visto niente di simile. In seguito un Testimone ha osservato: "Quando parlava di noi lo faceva sempre con stupore ed entusiasmo". Ci è mai capitato a un'assemblea di notare una reazione simile da parte di qualche osservatore? w12 15/12 3:18

Mercoledì 8

Umiliati (Prov. 6:3)



La maggioranza delle persone ha difficoltà a chiedere scusa. I servitori di Dio, però, si sforzano di comportarsi come il minore ammettendo i propri errori e scusandosi, e sono pronti a perdonare gli sbagli degli altri. Mentre l'orgoglio alimenta divisioni e litigi, il perdono promuove la pace con i compagni di fede. Può darsi che dobbiamo 'umiliarci' chiedendo sinceramente scusa nel caso in cui, per motivi che non dipendono da noi, non riusciamo a onorare un impegno preso. Anche quando la responsabilità dell'accaduto non è soltanto sua, il cristiano umile si preoccupa dei propri sbagli ed è disposto ad ammetterli (Prov. 6:1-5). Siamo davvero grati dell'incoraggiamento scritturale a comportarci come il minore! (Luca 9:48). w12 15/11 3:17-19

venerdì 10 ottobre 2014

Venerdì 10

Tu, o Geova, sei buono e pronto a perdonare; e l'amorevole benignità verso tutti quelli che ti invocano è abbondante (Sal. 86:5)



La preghiera è un potente mezzo per ricevere l'aiuto di Dio. In un magnifico salmo Davide espresse la sua convinzione che Geova aveva ascoltato le sue preghiere (Sal. 32:1-5). Davide si era reso conto che cercando di mettere a tacere la sua coscienza non aveva fatto altro che logorarsi. Ne aveva sofferto le conseguenze sul piano fisico ed emotivo, e aveva perso la gioia. Solo dopo aver confessato il suo peccato a Dio aveva potuto ottenere il perdono e provare sollievo. Geova esaudì le preghiere di Davide e lo rafforzò permettendogli di andare avanti e continuare a fare ciò che era giusto. Se lo pregate di cuore, anche voi potete essere certi che Geova presterà attenzione alle vostre suppliche. Se gli errori del passato vi assillano, cercate di correggerli per quanto vi è possibile e non dubitate del perdono di Geova. w13 15/1 4:12

giovedì 9 ottobre 2014

Giovedì 9

Abbiate amore per l'intera associazione dei fratelli, abbiate timore di Dio (1 Piet. 2:17)



I testimoni di Geova hanno un sano timore di dispiacere a Dio, e questo è per loro un ulteriore incentivo a fare la Sua volontà. Sono felici di servire Geova come parte di un'associazione mondiale di fratelli e sorelle che hanno lo stesso desiderio. Pertanto è solo naturale per loro "[avere] amore per l'intera associazione dei fratelli". Tale amore fraterno, così raro nella società egoista di oggi, a volte sorprende chi non è Testimone. Per esempio nel 2009, in occasione di un'assemblea internazionale tenuta in Germania, una guida turistica che lavorava per un'agenzia di viaggi americana è rimasta stupefatta vedendo l'affetto che i Testimoni hanno mostrato ai delegati stranieri e l'aiuto che hanno prestato loro. Ha detto che in tutti gli anni in cui aveva lavorato come guida non aveva mai visto niente di simile. In seguito un Testimone ha osservato: "Quando parlava di noi lo faceva sempre con stupore ed entusiasmo". Ci è mai capitato a un'assemblea di notare una reazione simile da parte di qualche osservatore? w12 15/12 3:18

Mercoledì 8

Umiliati (Prov. 6:3)



La maggioranza delle persone ha difficoltà a chiedere scusa. I servitori di Dio, però, si sforzano di comportarsi come il minore ammettendo i propri errori e scusandosi, e sono pronti a perdonare gli sbagli degli altri. Mentre l'orgoglio alimenta divisioni e litigi, il perdono promuove la pace con i compagni di fede. Può darsi che dobbiamo 'umiliarci' chiedendo sinceramente scusa nel caso in cui, per motivi che non dipendono da noi, non riusciamo a onorare un impegno preso. Anche quando la responsabilità dell'accaduto non è soltanto sua, il cristiano umile si preoccupa dei propri sbagli ed è disposto ad ammetterli (Prov. 6:1-5). Siamo davvero grati dell'incoraggiamento scritturale a comportarci come il minore! (Luca 9:48). w12 15/11 3:17-19

martedì 7 ottobre 2014

Martedì 7

Tu sei sacerdote a tempo indefinito alla maniera di Melchisedec! (Sal. 110:4)



Durante il regno di Davide, Geova fece due giuramenti a beneficio di tutti coloro che gli ubbidiscono. In primo luogo giurò a Davide che il suo trono sarebbe durato per sempre (Sal. 89:35, 36; 132:11, 12). In secondo luogo, ispirò Davide a predire che un Re senza uguali avrebbe anche servito l'umanità come Sommo Sacerdote. In Israele il potere regale e il sacerdozio erano completamente separati. I sacerdoti provenivano dalla tribù di Levi, mentre i re da quella di Giuda. Tuttavia, riguardo al suo illustre erede, Davide predisse che sarebbe stato sia re che sacerdote. In adempimento di tale profezia Gesù Cristo, il Seme promesso, ora regna dal cielo; inoltre ricopre il ruolo di Sommo Sacerdote dell'umanità aiutando chi si pente a stringere una buona relazione con Dio (Ebr. 7:21, 25, 26). w12 15/10 3:13, 14

Lunedì 6

Abraamo aspettava la città che ha reali fondamenta, il cui edificatore e costruttore è Dio (Ebr. 11:10)



Siamo decisi a distinguerci da questo mondo malvagio? È vero che non è sempre facile, ma con l'aiuto di Dio e il sostegno dei compagni di fede possiamo riuscirci. Ricordiamoci che non siamo soli: tutti coloro che vogliono servire Geova sono impegnati in un combattimento (Efes. 6:12). Comunque possiamo vincere questa battaglia se confidiamo in lui e ne facciamo il nostro luogo di dimora. Dobbiamo inoltre imitare Abraamo tenendo lo sguardo rivolto al premio (2 Cor. 4:18). La "città" che Abraamo aspettava rappresenta il Regno messianico. Per noi in un certo senso l'attesa è finita, dato che il Regno sta già governando in cielo. Per di più, ci sono prove sempre più evidenti che presto assumerà il pieno controllo della terra. Il nostro modo di vivere dimostra che per noi il Regno è reale? Lo mettiamo al primo posto, e ci manteniamo separati dal mondo? (2 Piet. 3:11, 12). w13 15/3 4:13, 14

Domenica 5

Realmente sederanno, ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e non ci sarà nessuno che li faccia tremare (Mic. 4:4)



Nel mondo attuale non a tutti è garantito un alloggio adeguato. Si vive ammassati in città sovraffollate. Molti devono accontentarsi di abitazioni di fortuna in quartieri degradati e baraccopoli. Per queste persone, avere una casa propria resta soltanto un sogno. Sotto il dominio del Regno, tutti vedranno realizzarsi il desiderio di avere una casa propria; Isaia infatti profetizzò: "Certamente edificheranno case e le occuperanno; e certamente pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto" (Isa. 65:21). Ma questa non sarà l'unica benedizione. Dopo tutto, anche adesso sono in molti a possedere una casa, e non mancano neppure ville e grandi tenute. Si vive però nella costante preoccupazione di perdere la propria dimora per un rovescio finanziario, o di subire furti o aggressioni in casa propria. Le cose saranno completamente diverse sotto il dominio del Regno! w12 15/9 2:4, 5

Sabato 4

Piego le ginocchia al Padre, al quale ogni famiglia in cielo e sulla terra deve il proprio nome (Efes. 3:14, 15)



Famiglia: cosa ci fa venire in mente questa parola? Calore? Felicità? Lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune? Un ambiente sicuro in cui crescere, fare esperienze e scambiarsi idee? Probabilmente è a questo che pensiamo se facciamo parte di una famiglia che ci vuole bene. È stato Geova in persona a istituire la famiglia. Il suo proposito era che tutte le sue creature in cielo e sulla terra provassero un senso di sicurezza, fiducia reciproca e autentica unità. Dopo aver peccato gli esseri umani smisero di far parte della famiglia universale di Geova Dio, ma questo non compromise la realizzazione del suo proposito. Egli farà in modo che la terra, trasformata in un Paradiso, sia popolata dai discendenti di Adamo ed Eva (Gen. 1:28; Isa. 45:18). Ha adottato tutte le misure necessarie al compimento del suo proposito. Diverse di queste disposizioni sono spiegate nella lettera agli Efesini. Comprendendole possiamo collaborare alla realizzazione del proposito di Geova di unire la sua creazione. w12 15/7 4:1, 2